Una vita apparentemente normale, almeno fino a quando non è diventato chiaro che fosse diventato un fondamentalista islamico. Ma questo non gli impediva di continuare a tifare per l’Arsenal e dei parlare delle partite dei “gunners” con alcuni suoi conoscenti fino a poche settimana fa.
La mattina della strage il jihadista si è messo a parlare con un vicino proprietario di un furgone facendo molte domande, a cominciare dal costo. Stando alla testimonianza il jihadista era apparso molto euforico e aveva spiegato che il suo interesse per il furgone era motivato dal fatto che aveva programmato di partire.
Solo molte ore dopo si è capito il retroscena.
Iketina Chigbo, che vive nello stesso blocco di appartamenti a Barking, ha raccontato: “Erano circa le 15 e stavo scaricando alcune cose dal mio furgone. Lui è arrivato facendomi molte domande. Indossava una maglietta dell’Arsenal. La sera quando ho saputo dell’attacco e ho visto alcune foto ho capito che era stato lui”.
Chigbo ha aggiunto: “Lo conoscevo da quasi tre anni e spesso chiacchieravamo. Non abbiamo mai avuto alcun sospetto, sembrava un ragazzo simpatico”.
Una opinione condivisa da un altro vicino: ‘Era un ragazzo simpatico, ovviamente religioso ma in modo apparentemente normale. Abbiamo spesso parlato di Arsenal. Anche recentemente”.
Un altro vicino aveva però notato il suo integralismo: “Non ha mai interagito con le donne della zona per via della religione. Parlava con gli uomini e ignorava le donne. Sua moglie usava il velo integrale e non penso di aver mai visto i suoi occhi”.