Le forze curdo-siriane continuano ad avanzare su Raqqa, roccaforte dello Stato islamico nel nord della Siria, sostenute dall’aviazione della Coalizione internazionale guidata dagli Usa. E intanto emergono notizie dell’uccisione di almeno 7 civili a Raqqa colpiti da bombardamenti aerei della Coalizione. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, i civili sono morti in raid aerei mentre le forze curdo-siriane affermano di aver raggiunto la periferia nord e nord-orientale di Raqqa.
Tra i protagonisti delle forze curde in campo sempre loro, le donne, che combattono per liberare Raqqa dall’Isis, per il loro popolo e con l’obiettivo dichiarato di affermare i diritti civili, primi su tutti quelli delle donne, schiacciate da una cultura oppressiva e dalla barbarie dei seguaci del Califfo.
Un assalto finale contro lo Stato islamico guidato proprio da una donna curdo-sirirana, Rojda Felat una trentenne che ha lasciato i libri (almeno per ora) per abbracciare la causa del suo popolo e mettersi al comando delle forza democratiche contro i terroristi
Prima che la guerra civile scoppiasse in Siria nel 2011 lei era una studentessa di lettere. Poi la guerra e, lo scorso anno, un attacco suicida dell’Isis durante una festa di matrimonio durante il quale Rojda ha perso 20 componenti della sua famiglia. Ora a lei (nonostante le bombe di Erdogan che la definisce una terrorista al pari di tutti i combattenti delle Unità di protezione popolare) tocca il compito di guidare oltre mille combattenti donne dell’Ypg che le Forze democratiche siriane, ossia la coalizione curdo-araba.
I missili russi sull’Isis a Palmira. Intanto il governo di Mosca ha annunciato che una nave da guerra e un sottomarino russo hanno sparato missili da crociera contro obiettivi dello Stato Islamico nella zona di Palmira, in Siria. E la fregata Admiral Essen e il sottomarino Krasnodar hanno sferrato quattro raid contro strutture militari e combattenti dell’organizzazione jihadista che ha abbandonato la sua capitale de facto, Raqqa.