Trump, riforma il fisco: in arrivo il taglio di tasse più grande della storia
Top

Trump, riforma il fisco: in arrivo il taglio di tasse più grande della storia

Il segretario al Tesoro: un'aliquota la 15% per le aziende. Niente fondi previsti per il muro col Messico. Oggi nuovo stop al bando anti-immigrati nelle città santuario

Donald Trump
Donald Trump
Preroll

globalist Modifica articolo

26 Aprile 2017 - 15.35


ATF

Donald Trump torna a firmare ordini esecutivi per tracciare il percorso che lo condurrà, a breve, oltre la tappa dei primi 100 giorni alla Casa Bianca. “Il più grande taglio delle tasse e la più ampia riforma fiscale della storia degli Stati Uniti”. Sono state queste le parole del segretario al Tesoro americano, Steve Mnuchin, sul piano che il presidente Donald Trump si appresta a presentare. Mnuchin ha confermato l’introduzione di un’aliquota del 15% per le aziende.

Il piano del presidente è semplice: la parola d’ordine è una deregulation affiancata da una riforma del fisco che – ha detto Trump – arriverà la prossima settimana: “Sarà il più grande taglio delle tasse di sempre”.

Inoltre – come affermato lo ha detto alla Fox News la consigliera del presidente americano Donald Trump, Kellyanne Conway –

nella legge di bilancio che dovrà essere approvata venerdì non è stato previsto lo stanziamento di fondi per l’avvio della costruzione del muro con il Messico.

Leggi anche:  Matt Gaetz accusato di traffico sessuale: chiesto di rendere pubblico il rapporto della commissione etica

E proprio sul fronte del restringimento all’immigrazione era arrivato un altro stop di un giudice federale al bando di Trump. Dopo il freno posto dai giudici al ‘bando’ per gli ingressi negli Usa di persone provenienti da sei paesi a maggioranza musulmana, adesso il freno riguarda il provvedimento del presidente sulle cosiddette ‘città santuario’, le grandi metropoli come New York e Los Angeles che accolgono e proteggono gli immigrati illegali e i rifugiati, alle quali l’amministrazione Trump ha minacciato di togliere fondi se non collaborano con le autorità federali circa la stretta sull’immigrazione illegale. Un giudice federale di San Francisco ha però bloccato temporaneamente e a livello nazionale il decreto, dopo un ricorso avanzato da due contee californiane, che temono di perdere miliardi di dollari.

“Un ulteriore esempio di vergognoso eccesso di un singolo giudice non eletto” che “riscrive la politica migratoria per la nostra nazione” e infligge “un altro colpo” alla legge: così risponde la Casa Bianca, annunciando ricorso fino alla Corte Suprema, definisce in una nota la decisione di un giudice federale di San Francisco di sospendere temporaneamente la direttiva dell’amministrazione Trump che blocca i finanziamenti federali alle cosiddette città santuario, cioè quelle che proteggono i clandestini.

Native

Articoli correlati