Brian MacDonald è un pescatore e allevatore di cozze. Il divorzio dalla Gran Bretagna dall’Unione europea lo preoccupa non poco. E condivide il suo disagio con decine di migliaia di persone che si guadagnano da vivere al confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica irlandese.
I cittadini della città portuale di Warrenpoint nell’Irlanda del nord devono fare i conti con il problema dell’eventualità di tariffe addizionali e interruzione del commercio e le acque in cui pescano sono al centro di una disputa territoriale che si trascina da decenni.
Carlingford Lough, un estuario che forma parte del confine tra la contena di Down (Iranda del Nord britannica) e Louth (nella parte irlandese europea) è una delle vie d’acqua che incorrerà in maggiori problematiche con l’Uscita dalla Gran Bretagna dall’Ue.
“Nessuno può definire esattamente chi possiede cosa. E neanche hanno delineato i confini qui. Nessuno può dire che cosa è a Nord e che cosa è al Sud”, ha affermato Mac Donald.
“È come se fossero due violinisti intenti a suonare musiche completamente differenti. Noi siamo al centro di questo stato confusionale e nessuno vuole dirci nulla in merito”, ha continuato.
Le trattative tra Irlanda e Regno Unito stanno proseguendo in merito alla giurisdizione di Carlingford Lough e sulla questione irrisolta della proprietà di Lough Foyle, ha dichiarato in una nota la Loughs Agency.
Un altro pescatore, Brian Cunningham, esprime la stessa preoccupazione: “quando arriverà la Brexit che succederà? Dovremmo restare in attesa finché non vedremo le nostre cozze morire?”.
Il primo ministro irlandese Enda Kenny ha dichiarato che non verranno poste barriere fisiche o controlli al confine. È una “quaetione di vitale interesse nazionale”. Ma i pescatori non dormono sonni tranquilli.