Juncker resta per combattere: la smentita dopo le voci sulle dimissioni
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Juncker resta per combattere: la smentita dopo le voci sulle dimissioni

Il portavoce della Commissione smentisce la ricostruzione de La Repubblica, sostenendo che il presidente finirà il mandato

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20 Febbraio 2017 - 10.21


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Jean-Claude Juncker “è qui per restare, per combattere tutte le crisi che l’Europa sta affrontando, dalla Grexit alla Brexit, alla migrazione. Motivato come il primo giorno”. Così il portavoce della Commissione europea risponde all’ANSA dopo le indiscrezioni del quotidiano ‘La Repubblica’ secondo le quali Juncker starebbe pensando alle dimissioni, a marzo, perché contrariato dalla scarsa ambizione dei governi sull’Unione.“Il fatto di aver annunciato nel 2014 che farà solo un mandato – spiegano dalla Commissione Ue – permette a Juncker di avere un approccio ambizioso e indipendente, in particolare perché si parla del futuro dell’Europa”.

Le dimissioni. Indiscrezioni riportate da Repubblica parlano invece di un Jean Claude Juncker pronto alle dimissioni. Il presidente della Commissione europea potrebbe lasciare il suo incarico nel giro di poche settimane. Mentre in una recente intervista aveva già dichiarato che non si sarebbe ricandidato, ora la sua intenzione sembra essere quella di lasciare a metà il suo mandato.

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Il motivo sarebbe la sua contrarietà alla scarsa forza delle politiche dell’Unione europea, anche all’indomani di Brexit. Un palese fallimento degli obiettivi di unità.

Junker si troverebbe a un bivio: riuscire a dare la propria impronta ad una Unione desiderosa di guardare al futuro con ambizione o rifiutarsi di gestire il declino europeo lasciando la seconda metà del mandato ad uno dei suoi vicepresidenti. Il favorito a prendere il suo posto sarebbe il finlandese Jyrki Katainen.

L’8 marzo la Commissione dovrebbe pubblicare il suo Libro bianco, il progetto di rilancio dell’integrazione europea post Brexit, il contributo di Bruxelles ai festeggiamenti per il sessantesimo anniversario del Trattato di Roma che si terranno nella capitale italiana il 25 marzo al quale Juncker ha lavorato, puntando alla realizzazione di una vera Europa politica e sociale.
Nelle ultime ore però attraverso canali riservati diverse Cancellerie hanno fatto capire a Juncker che sarebbe meglio che il suo White book rimanesse nel cassetto. Questo gli ha chiesto il premier olandese Mark Rutte, che il 15 marzo affronterà le elezioni politiche con il suo partito, i liberali, dietro agli euroscettici di Geert Wilders e per questo spaventato da qualsiasi svolta europeista possa arrivare da Bruxelles.

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