Obama e Trump: stretta di mano, ma senza sorrisi
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Obama e Trump: stretta di mano, ma senza sorrisi

Incontro di circa un'ora e mezza tra il presidente eletto e il presidente uscente. Obama: "Colloquio eccellente". Trump: "Un grande onore".

Incontro tra Trump e Obama
Incontro tra Trump e Obama
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10 Novembre 2016 - 17.25


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Il presidente eletto Donald Trump è arrivato alla Casa Bianca, dove è stato ricevuto da Barack Obama: dopo un colloquio di circa un’ora e mezza il presidente eletto e il presidente uscente si sono stretti la mano – senza nessun sorriso – di fronte ai cronisti nello Studio Ovale.  “E’ stato un colloquio eccellente”, ha Obama subito dopo l’incontro.

“E’ stato un grande onore – ha fatto eco Trumo – e non vedo l’ora di continuare a collaborare con Obama in futuro. Il presidente – ha detto Trump – è una gran brava persona”.

L’incontro di oggi è stato il primo passo verso la transizione dall’amministrazione Obama a quella Trump. “Sono impaziente di farne altri con Obama” ha detto il neo eletto presidente alla fine della brevissima conferenza stampa. “Non c’eravamo mai incontrati, lo rispetto moltissimo. Abbiamo affrontato temi difficili, ma abbiamo anche parlato degli importanti risultati raggiunti durante la sua amministrazione. È stato un grande onore”, ha aggiunto. “Vogliamo e faremo di tutto perché lui e la moglie si sentano benvenuti e perché riescano al meglio nel loro compito”, ha invece spiegato Obama. “Sono stati discussi temi importanti”, ha sottolineato il presidente uscente.

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Il portavoce: rimangono le differenze tra i due presidenti. Al di là dell’etichetta, sottolinea il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, l’obiettivo del colloquio “non era di risolvere le differenze tra loro ma di assicurare un’agile transizione. Posso dire – ha spiegato – che non hanno risolto tutte le loro differenze” specificando tuttavia che “considerate le profonde differenze, che non si erano mai incontrati e l’importanza che il presidente pone sul buon svolgimento della transizione, il colloquio è da definirsi eccellente”.

Niente photo-opportunity. Fatto sta che gli Obama , come ha raccontato il Washington Street Journal, hanno deciso di cancellare la ‘photo-opportunity’ della attuale e futura coppia presidenziale all’ingresso sud della Casa Bianca. Una conferma di quanto imbarazzante restino i rapporti dopo le accuse incrociate della campagna elettorale, dove gli Obama hanno attaccato duramente il candidato repubblicano. Nella sua prima visita alla Casa Bianca dopo aver vinto le elezioni nel 2008, Barack Obama e la moglie Michelle posarono per le telecamere accanto a George W. Bush e la first lady Laura.

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Incontro tra first lady. Primo faccia a faccia anche tra la first lady Michelle e Melania. E’ infatti consuetudine che così come il presidente uscente riceve il presidente eletto per dare il via al periodo di transizione, vi sia un passaggio di consegne anche tra le due first lady.

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Il magnate è arrivato Washington a bordo del suo jet privato, rompendo la tradizione di portare con sé i giornalisti nel suo corteo o nel suo aereo per documentare la sua prima storica visita alla Casa Bianca. Durante la sua campagna, Trump è stato fortemente critico con i media, alcuni dei quali banditi temporaneamente per una copertura ritenuta faziosa.

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Passaggio di consegne. L’ incontro servirà a cominciare quel passaggio di consegne che in America dura un mese. Sarà un periodo di transizione in cui il nuovo presidente dovrà formare il nuovo governo e scegliere chi mettere nei posti chiave dell’amministrazione.

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Infatti concluso il processo elettorale con l’insediamento del nuovo Congresso e il voto dei grandi elettori, il 20 gennaio 2017 è il giorno previsto per l’ingresso di Donald Trump e della nuova first lady Melania alla Casa Bianca.

La futura amministrazione Trump. Il cosiddetto ‘transition team’ del nuovo presidente Usa Donald Trump avrebbe già elaborato una ‘short list’ di 41 nomi per riempire le varie caselle della futura amministrazione. Tra i nomi individuati ci sarebbero l’ex sindaco di New York Rudi Giuliani, in pole, come ministro della giustizia, e il deputato Duncan Hunter come possibile capo del Pentagono.

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