Siria, i convogli umanitari varcano il confine turco: missione Aleppo

Venti camion di aiuti umanitari verso Aleppo. Ma la guerra all'Isis continua: nel nord-est i russi fanno 15 morti con le bombe a grappolo.

Convogli Onu
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15 Settembre 2016 - 15.44


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Gli aiuti arrivano domani. Da quando è partita la tregua, firmata Usa-russia, nessun camion Onu era riuscito a varcare il confine turco. Nelle prime ore del cessate il fuoco, le Nazioni Unite avevano avvertito che gli aiuti sarebbero partiti solo in condizioni di sicurezza. Ma la tregua non include lo stop alla lotta contro lo Stato Islamico. La Russia ha sferrato un altro attacco nel distretto di Mayadin sotto il controllo dell’Isis. 

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La svolta aiuti. Oggi, la buona notizia. Venti camion carichi di aiuti umanitari diretti ad Aleppo hanno varcato il confine turco. Lo ha annunciato da Ginevra il capo della task force umanitaria dell’Onu per la Siria, Jan Egeland, auspicando che la consegna avvenga domani, quarto giorno della tregua di una settimana concordata da Usa e Russia. 

Il pressing Onu.  Il regime siriano autorizzi “immediatamente” la consegna degli aiuti umanitari nelle zone assediate. Lo ha chiesto l’inviato speciale dell’Onu per la crisi in Siria, Staffan De Mistura, commentando lo stallo nella consegna degli aiuti, in particolare ad Aleppo, malgrado la tregua in vigore in Siria da lunedì.

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Secondo il diplomatico, anche la Russia ha espresso la sua “delusione” per la mancata distribuzione degli aiuti. “Abbiamo bisogno del permesso finale (del regime, ndr). Ciò è particolarmente spiacevole, stiamo perdendo tempo. La Russia è d’accordo con noi su questo punto”, ha affermato De Mistura nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. Due giorni fa, due convogli, ciascuno composto da una ventina di camion carichi di aiuti umanitari dell’Onu destinati ad Aleppo, sono entrati in Siria, ma non sono ancora riusciti a raggiungere la loro destinazione. Il regime del presidente Bashar al-Assad, che ad Aleppo controlla una strada strategica per la consegna degli aiuti, ha annunciato che darà via libera solo ai convogli autorizzati.

La guerra continua a Nord-est: feriti tra la popolazione civile. È strage nella città di Mayadin, nel Rif della provincia di Deir Ezzor, nella Siria nordorientale, dove l’aviazione russa ha sferrato stamani una serie di raid che hanno causato oltre 15 morti e decine di feriti tra la popolazione civile.

Da lunedì è in vigore una tregua in Siria sulla base di un accordo tra Usa e Russia, che però non coinvolge le aree sotto il controllo dell’organizzazione dello Stato islamico (Is), tra cui il distretto di Mayadin.

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Come hanno riferito gli attivisti locali al sito di notizie vicino all’opposizione ‘Shaam’, i caccia russi alleati al regime di Damasco hanno colpito diversi quartieri della città con bombe a grappolo vietate a livello internazionale, disseminate su vaste aree nei pressi dell’ospedale nazionale, di una scuola, dell’autostazione e della cittadella di al-Rahba.

Gli attivisti hanno riferito di 15 morti e decine di feriti, ma l’agenzia di stampa ‘Amaq’ legata all’organizzazione dello Stato islamico (Is), che detiene il controllo della città, parla di oltre 20 vittime tra i civili. Già ieri il distretto di Mayadin è stato nel mirino di raid aerei che hanno colpito una cisterna per il trasporto dell’acqua, uccidendo due persone.

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