Regeni, l'Egitto replica alle parole di Gentiloni: complicano la situazione

Dopo la nota del ministero degli Esteri il presidente Al Sisi stempera: piena collaborazione. Ma rilancia: da accertare la sorte di Adel Moawad scomparso in Italia.

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5 Aprile 2016 - 19.54


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Sulla morte di Giulio Regeni “ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo”. Queste [url”le parole del ministro”]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=87232&typeb=0&regeni-gentiloni-senza-svolta-reagiremo[/url] degli Esteri Paolo Gentiloni in aula al Senato (con replica alla Camera nel pomeriggio), durante la prevista informativa sul caso del ricercatore italiano sequestrato al Cairo il 25 gennaio e ritrovato morto il 3 febbraio.

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La reazione egiziana.
Parole e “osservazioni” che complicano la “situazione”, lamenta più tardi una nota del ministero degli Esteri egiziano, “visti i forti legami storici tra i popoli e i governi dei due Paesi e che gli ultimi avvenimenti testimoniano il coordinamento nelle indagini sulla morte di Regeni” si legge nel comunicato firmato dal portavoce Ahmed Abu Zeid. Mentre il presidente egiziano Al Sisi, pur confermando la “piena collaborazione” dell’Egitto, è tornato a impugnare il caso di Adel Moawad, cittadino egiziano scomparso in Italia nell’ottobre 2015, di cui aveva parlato nell’intervista esclusiva a Repubblica. “Sono sicuro che i legami egiziani, forti ed estesi, supereranno questi singoli episodi senza ripercussioni negative”, ha assicurato Al Sisi incontrando una delegazione dell’Assemblea parlamentare della Nato al Cairo alla presenza del suo ministro degli Esteri, Sameh Shoukry, come ha reso noto il portavoce della presidenza, ambasciatore Alaa Youssef. Del caso di Adeal Moawad Repubblica aveva chiesto a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia: “Vicenda completamente diversa da quella di Regeni”.

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