Isis, una fatwa consente il traffico di organi umani
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Isis, una fatwa consente il traffico di organi umani

L'editto religioso consento ai miliziani dell'Isis di prendere gli organi dell'apostata anche se ne si provoca la morte.

il Califfo dell'Isis Al-Baghdadi
il Califfo dell'Isis Al-Baghdadi
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25 Dicembre 2015 - 16.02


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I prigionieri di guerra possono essere utilizzati come “donatori” di organi per salvare un musulmano: a riportarlo è una fatwa, un editto religioso scovato dagli americani nel maggio 2015 e diffusa solo oggi.

“La vita dell’apostata e gli organi non devono essere rispettati e possono essere presi impunemente”, è scritto in questa indicazione. La fatwa che seppur non prova che l’Isis stia gestendo un vero e proprio traffico di organi umani, preoccupa per la possibilità che questa pratica possa diventare legale per il gruppo islamico.

Il precetto, contenuto in un documento del gennaio scorso, è stato recuperatao tra diversi dati e informazioni ottenute dalle forze speciali americane in un raid nella Siria orientale. Anche se non è stato possibile confermare in modo indipendente l’autenticità del documento la fatwa, riportata come la numero “68”, spiega che la “rimozione di organi di prigionieri non è proibita anche se comporta la morte”.

Con l’interpretazione di questo editto religioso, secondo gli esperti, i jihadisti dell’Isis hanno intenzione di superare il divieto riconosciuto da gran parte dei musulmani al traffico di organi.

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