di Pablo Bilsky*
Si festeggia all’Ambasciata degli Stati Uniti Festeggiano a Wall Street. Festeggia Paul Singer. Il giudice Thomas Griesa passeggia tutto soddisfatto, eretto, quasi sollevato, ringiovanito. Si festeggia nelle tane opulente della speculazione finanziaria. “Abbiamo recuperato l’Argentina, il gioiello del Sud America”, dicono in inglese. Festeggiano le grandi corporazioni multinazionali. I neoliberalisti si gustano lo champagne e trasudano di profumo francese. Si festeggia alla Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. Battono le ali i falchi e gli avvoltoi. Tutto il “mondo degli affari” festeggia.
Festeggiano nelle loro celle coloro che si sono macchiati di genocidi, i torturatori, i ladri di bambini. Festeggiano e sognano. Festeggiano gli sfruttatori, i risentiti, quelli che da 12 anni distillano odio. Festeggiano il Clarin e la Nacion. Hanno mentito, hanno mentito e a qualcosa è valso. La “Sindrome di Stoccolma” ha funzionato. “Ci hanno votato. Gli stessi che saranno le nostre vittime, ci hanno votato. “
Grazie, grazie mille, ora non abbiamo più bisogno di milizie dell’esercito genocida, lo abbiamo fatto attraverso la democrazia, questo è il coro di tutti i “magnettos” ( Magnetto è il gerente del Grupo Clarín, Héctor Magnetto n,d,t.)
e brindano con Dom Perignon.
Sono felice di non festeggiare. Perché c’è perfino una sorta di felicità nelle forme del pianto. Inoltre, il pianto dura poco. C’è molto da fare invece. La resistenza è iniziata, compagne e compagni,e questo comporta una diversa allegria, includente e collettiva. Una gioia che coloro che festeggiano ora non conosceranno mai.
*Professore presso la Facultad de Humanidades y Artes dell’Università di Rosario.
Traduzione di Francesca Carabelli.