Le bombe Usa uccisero 30 medici in Afghanistan: inchiesta
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Le bombe Usa uccisero 30 medici in Afghanistan: inchiesta

L'ospedale di Medici senza frontiere di Kunduz, in Afghanistan, fu colpito perché scambiato erroneamente dai velivoli Usa per un avamposto dei talebani. Ora chi pagherà?

L'ospedale di Msf a Kunduz, in Afghanistan, bombardato dai raid Usa
L'ospedale di Msf a Kunduz, in Afghanistan, bombardato dai raid Usa
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25 Novembre 2015 - 15.38


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Per creare le condizioni di una pace non si possono usare le bombe. E le inchieste militari, dopo le tragiche stragi causate da errori imperdonabili, non servono a nulla, non cancellano l’ennesimo sangue di innocenti versato inutilmente. L’ospedale di Medici senza frontiere di Kunduz, in Afghanistan, fu colpito perché scambiato erroneamente dai velivoli Usa per un avamposto dei talebani che si trovava a pochi metri di distanza. Ecco l’ennesima giustificazione che si legge nel rapporto dell’inchiesta militare americana, che sarà pubblicato oggi e di cui si sono rese note alcune anticipazioni.

Ancora una volta a morire sono stati degli innocenti, nel raid aereo del 3 ottobre scorso rimasero infatti uccisi 30 medici. Il rapporto sarà utilizzato per eventuali azioni di responsabilità per il personale militare Usa coinvolto nel raid. Ma è difficile che qualcuno paghi per l’errore commesso.

Il rapporto ha concluso che furono una serie di errori a determinare il bombardamento dell’ospedale. Tra queste, le informazioni segnalate verbalmente dalle forze speciali afghane ai militari dell’AC-130, e non controllate sul computer, sulla posizione dell’avamposto dei talebani. A chiedere il raid aereo furono proprie le forze speciali afghane ma, basandosi sulla descrizione fornita sul campo dall’intelligence, i militari Usa bombardarono invece la struttura di Msf che presentava caratteristiche simili al compound dei terroristi.

Leggi anche:  Medici e infermieri scioperano contro la manovra del governo: la minaccia delle dimissioni di massa

Il generale John Campbell, comandante della missione ‘Resolute Support’ della Nato in Afghanistan, dovrà fare delle raccomandazioni per stabilire se i piloti e i membri delle forze speciali Usa debbano essere sottoposti ad azioni disciplinari in merito alle decisioni prese che portarono ai raid aerei americani. Il rapporto militare Usa è la prima di una serie di inchieste sull’incidente. Ora ci siamo davvero stancati delle “scuse” degli americani.

Sull’inutilità di combattere il terrorismo con le bombe leggi l’editoriale di Gianni Cipriani [url”Il terrorismo non si combatte uccidendo donne e bambini”]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=81646&typeb=0&il-terrorismo-non-si-combatte-uccidendo-donne-e-bambini-[/url]

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