Caccia russo abbattuto: uccisi i due piloti

Il jet è caduto vicino al villaggio di Yamadi, proprio dove c’è la base aerea da cui partono molto attacchi russi. Putin: una pugnalata alle spalle

Jet russo abbattuto dalla Turchia
Jet russo abbattuto dalla Turchia
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24 Novembre 2015 - 16.32


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Un jet militare russo è stato abbattuto intorno alle 9:20 di questa mattina dalla Turchia al confine con la Siria in un incidente che il Cremlino ha definito “molto serio”, anche se è presto per parlare di conseguenze sui rapporti con Ankara.

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Il premier Vladimir Puntin ha parlato di “conseguenze tragiche nei rapporti tra Russia e Turchia” dopo questa “pugnalata alla schiena”. Il presidente ha aggiunto che il jet russo è stato colpito da un F16 turco con un missile aria aria mentre il velivolo era in territorio siriano, ad 1 km dal confine turco, e conduceva operazioni contro l’Isis a nord di Latakia senza porre minacce ad Ankara. Fino ad ora da Mosca si sosteneva che l’aereo fosse stato abbattuto dalla contraerea. Putin ha evidenziato che l’abbattimento è un “evento che va oltre i limiti dell’ordinaria lotta contro il terrorismo”.

Secondo l’esercito di Ankara sono stati due caccia F-16 a colpire il jet, che aveva violato lo spazio aereo turco nel distretto di Yayladag, nella provincia sudorientale di Hatay, e l’abbattimento è avvenuto solo dopo che il velivolo aveva ignorato 10 avvertimenti nell’arco di 5 minuti, in base alle regole d’ingaggio.

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L’agenzia turca Dogan riferisce che i ribelli turkmeni hanno annunciato di aver ucciso entrambi i piloti dopo che si sono gettati fuori dall’aereo.

Uno dei due piloti russi del caccia abbattuto è stato ucciso dai ribelli siriani mentre tentava di raggiungere con il suo paracadute una zona in mano al regime di Damasco. Lo ha spiegato Jabir Ahmad, portavoce della Decima Brigata, alla Dpa. In precedenza il gruppo di ribelli moderati aveva rivendicato l’uccisione del pilota su Facebook e Twitter e diffuso su Internet un video che mostrava il suo cadavere. “Quando si sono lanciati, hanno cercato ripetutamente di dirigere i loro paracaduti verso la zona controllata dal dittatore Bashar al-Assad”, ha detto Ahmad. “I nostri uomini dell’unità dei mitraglieri della Decima Brigata sono riusciti a colpirlo prima che scappasse e il suo cadavere è caduto nella zona liberata”, ha aggiunto, senza dare alcuna indicazione sulla sorte del secondo pilota.

Le immagini mostrano un uomo mentre scende col paracadute ma viene preso di mira da lontano da colpi di fucile automatico. Prima di toccare terra l’uomo muove le gambe, ma il filmato si chiude senza che vi siano indicazioni sulla sua sorte.

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Il ministero della Difesa russo ha confermato l’abbattimento, nega però lo sconfinamento e sostiene che il jet sia stato colpito dall’artiglieria terrestre. L’aereo colpito volava a seimila metri d’altezza ed è precipitato in territorio siriano nei pressi del villaggio di Yamadi, nella zona di Latakia, dove da alcuni giorni è in corso un’offensiva di jet russi e dell’esercito siriano di Bashar al Assad. I due piloti a bordo sono riusciti a paracadutarsi fuori. Secondo i media turchi, uno dei due sarebbe stato catturato dalle milizie turcomanne anti-Assad nell’area, mentre l’altro sarebbe morto. Elicotteri militari russi stanno perlustrando la zona in cerca dei piloti e dei rottami dell’aereo. L’ufficio del premier turco, Ahmet Davutoglu, ha reso noto che la Turchia si consulterà sulla situazione al confine turco-siriano con la Nato e l’Onu. Il capo di Stato maggiore, Hulusi Akar, ha informato sugli sviluppi anche il presidente Recep Tayyip Erdogan. Fonti del ministero degli Esteri turco confermano al momento al visita prevista domani ad Ankara del ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, per colloqui bilaterali, ma il portavoce del Cremlino si è limitato a dire:”Chiedete al ministero degli esteri”.

Putin, il jet non era una minaccia per Ankara. Il jet russo, abbattuto conduceva operazioni contro l’Isis e non poneva minacce ad Ankara. Ha aggiunto Putin sottolineando che “la Russia non tollererà crimini come l’attacco al suo Sukhoi-24”. Ha anche detto che “se l’Isis ha questi soldi, che ammontano a decine, centinaia di milioni, forse miliardi di dollari, grazie alla vendita del petrolio, e per di più ha la protezione armata di interi stati allora è chiaro perché si comportano in maniera così arrogante e prepotente”.

La Commissione europea “segue da vicino” gli sviluppi della situazione dopo l’abbattimento da parte della Turchia di un caccia militare russo al confine con la Siria e “cerca di capire esattamente cosa è successo”. Lo afferma un portavoce della Commissione Ue, che preferisce non rilasciare altre dichiarazioni.

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Mosca, troppo presto per parlare delle conseguenze. È ancora presto per parlare delle conseguenze nei rapporti tra Mosca e Ankara dopo quanto accaduto nella zona di confine tra Siria e Turchia: parola del portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che ha però sottolineato come quello avvenuto stamane sia “un incidente molto serio”. “Parlare delle conseguenze nei rapporti tra Russia e Turchia adesso è sbagliato – ha detto Peskov -, sarebbe sbagliato ora dare delle valutazioni, fare supposizioni o giungere a conclusioni prima che abbiamo un quadro completo”.

Ordine abbattimento giunto da premier. Secondo media locali, l’ordine di abbattere il jet è arrivato dal premier turco, Ahmet Davutoglu, informato della violazione dello spazio aereo dal capo di Stato maggiore, Hulusi Akar. L’abbattimento è avvenuto da parte dei caccia F-16 di Ankara nonostante gli avvisi (dieci avvertimenti in pochi minuti) lanciati dai turchi. Sulla vicenda Ankara ha convocato l’ambasciatore russo.

Convocato il consiglio straordinario della Nato. Su quanto accaduto la Nato ha convocato un vertice d’emergenza a Bruxelles, come dicono fonti qualificate. La riunione avrà scopo informativo e la Turchia non ha invocato l’articolo 4, che prevede consultazioni se viene minacciata “l’integrità territoriale, l’indipendenza o la sicurezza”.

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Diffusi i tracciati radar. L’esercito turco ha diffuso i tracciati radar: dalla mappa emerge che l’aereo russo ha sconfinato nella provincia sudorientale turca di Hatay mentre volava in modo circolare nel nord della Siria, vicino al confine. Da parte sua, Ankara ha fatto sapere che da tempo aveva avvertito Mosca che non avrebbe più tollerato sconfinamenti da parte dei suoi caccia.

Turchia, proteggeremo la nostra sicurezza. “La Turchia non esiterà ad esercitare i propri diritti che scaturiscono dalle leggi internazionali per proteggere la sicurezza dei suoi cittadini e le sue frontiere”: così nella lettera inviata da Ankara al Consiglio di Sicurezza Onu e al segretario generale Ban Ki-moon dopo l’abbattimento del jet russo.

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