Bangladesh, l'Isis rivendica l'attacco al missionario italiano
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Bangladesh, l'Isis rivendica l'attacco al missionario italiano

Lo riferisce il Site. Il missionario Padre Piero Parolari ieri è scampato a un gravissimo attacco.

Bangladesh, l'Isis rivendica l'attacco al sacerdote italiano
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19 Novembre 2015 - 15.45


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Lo Stato Islamico ha rivendicato il tentato assassinio del missionario italiano Piero Parolari, avvenuto ieri in Bangladesh. Questo è quanto riferisce il Site.


L’attacco.
Il missionario italiano è stato ferito ieri in un agguato in Bangladesh, dove di recente è aumentata la violenza di matrice islamica contro blogger, pensatori laici, stranieri e minoranze religiose.

Padre Piero Parolari, missionario del Pime, è scampato a un gravissimo attentato mentre in bicicletta si recava al lavoro in un ospedale di Dinajpur, nel nord del Paese asiatico.

Alcuni proiettini sono stati sparati da una distanza molto vicina, alla testa e al collo, da parte tre uomini giunti a bordo di una motocicletta.

Le cure. Le sue condizioni per ora sono stabili e secondo i medici sarebbe fuori pericolo di vita. Dopo aver subito un intervento chirurgico è stato trasferito nel pomeriggio in elicottero a Dacca e ricoverato all’ospedale Bangabandhu Sheikh Mujib Medical University.

Il missionario. L’Unità di crisi della Farnesina e l’ambasciata d’Italia nella capitale lo stanno assistendo e sono in contatto con la famiglia. Parolari, lecchese di 64 anni, è noto per la sua attività nel campo sanitario, in particolare per quanto riguarda la cura dei malati di tubercolosi. Prima di diventare missionario nel 1985, si era laureato in medicina. Esercitava ancora la professione recandosi tutti i giorni in bicicletta dalla sua parrocchia di Suihari all’ospedale St.Vincent gestito dalla diocesi. A Lecco, i parenti di padre Parolari, inclusi sei nipoti, sono rimasti sconvolti dalla notizia. “Sappiamo che è fuori pericolo e l’hanno portato in un ospedale militare della capitale – racconta uno di loro – Non si capisce perché sia successa una cosa del genere. L’importante per ora è sapere che è stato evitato il peggio”. Il fratello di padre Piero, Francesco, è preoccupato. “Non ci aveva mai detto di grossi pericoli per lui. Situazione tesa, certo, ma l’impegno pastorale e umanitario gli ha sempre fatto guadagnare la riconoscenza della popolazione”.

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Lo scenario. Alla base di queste tensioni ci sono spesso dei motivi economici. In un villaggio tribale nello stesso distretto, lo scorso gennaio, la minoranza cristiana era stata attaccata dai mussulmani a causa di una disputa su dei terreni. Dopo l’incidente il vescovo di Dinajpur, monsignor Sebastian Tudu, ha chiesto alla polizia “maggiori misure di sicurezza”. “E’ inaccettabile – ha detto – che la nostra gente diventi un così facile obiettivo”. Si tratta del secondo religioso a essere colpito in poco più di un mese.

La casistica. Il 5 ottobre un prete battista bengalese, Luke Sarkar, era riuscito a fuggire dopo essere stato accoltellato da alcuni uomini entrati nella sua chiesa a Pabna con un pretesto.

Ma è anche il terzo straniero vittima di un agguato dopo Cesare Tavella, il cooperante ucciso il 28 settembre con tre colpi di pistola alle spalle su un marciapiede di Dacca mentre andava a fare jogging e il giapponese Kunio Hoshi assassinato il 3 ottobre nel distretto settentrionale di Rangpur.

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Entrambi gli attacchi sarebbero stati rivendicati dall’Isis secondo il website americano Site, ma le indagini della polizia bengalese lo hanno categoricamente escluso. Secondo le autorità di Dacca, l’omicidio di Tavella sarebbe stato ordinato da un leader del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), che guida l’opposizione e che ha legami con i partiti islamici, allo scopo di destabilizzare il Paese. Va però ricordato che in Bangladesh da diverso tempo si assiste ad un preoccupante aumento dell’intolleranza come dimostrano i ripetuti attacchi all’arma bianca contro blogger e intellettuali laici. L’ultimo è del 31 ottobre quando un editore è stato ucciso a colpi di coltello nel suo ufficio. Aveva pubblicato un libro dello scrittore naturalizzato americano Avijit Roy massacrato da un gruppo di fondamentalisti islamici armati di machete lo scorso febbraio. Nello stesso giorno, un altro editore e due scrittori erano feriti dopo essere stati accoltellati e chiusi a chiave in una stanza da ignoti aggressori. Anche loro erano sulla lista dei ‘nemici’ dei radicali per le loro opinioni laiche e anti islamiche.

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