Nella prima dichiarazione dopo la strage il presidente Hollande ha annunciato la chiusura delle frontiere e la mobilitazione generale, proclamando lo stato d’emergenza. E così è stato.
Soldati a Parigi. Hanno raggiunto le 1.500 unità i soldati dell’esercito mobilitati nella sola città di Parigi. Oltre a delimitare e pattugliare i luoghi degli attentati, sono dislocati anche nei luoghi sensibili: edifici del potere politico, chiese e cattedrali, moschee, sinagoghe, ponti, piazze. La scelta di colpire i luoghi vicini a Place de la Republique non è casuale: oltre a trovarsi nei pressi della redazione di Charlie Hebdo- luogo dell’ultimo attentato del gennaio scorso- fu in questa grande piazza che decine di migliaia di parigini protestarono contro lo Stato islamico e il terrorismo di matrice estremista.
Manifestazioni sospese. Tutte le manifestazioni di piazza “sono sospese fino a nuovo ordine” a Parigi. Ad annunciarlo è la Prefettura di Parigi.
Controlli alla frontiera con il Belgio. Il Belgio ha ripristinato i controlli alla frontiera francese e rafforzato le misure di sicurezza anche negli aeroporti e nelle stazioni. Lo ha annunciato il premier belga Charles Michel dopo gli attentati a Parigi.
Condanna degli islamici di Francia. Il Consiglio francese per il culto islamico (Cfcm) ha preso una posizione forte: ha da poco annunciato de condannare “con il piu’ forte vigore possibile” gli attacchi “odiosi e abietti” perpetrati stasera dai terroristi dell’Isis a Parigi.
Spenta per lutto la torre Eiffel. Anche il simbolo per eccellenza di Parigi partecipa al lutto della città per i tragici attentati nella capitale francese: sono state spente le luci della Tour Eiffel.