A fine anni ’90 furono scambiate nelle culle nel momento della nascita. Le protagoniste di questa storia si chiamano Manon e Mathilde, e oggi hanno vent’anni. Appena nate, nel reparto maternità di una clinica di Cannes, le due bambine erano state sistemate da una infermiera ausiliaria, all’interno di una stessa incubatrice per un problema di itterizia. Erano senza braccialetto di riconoscimento e al momento di riconsegnare le piccole alle rispettive madri, si era verificato il terribile scambio fortuito.
I genitori avevano avuto qualche perplessità poiché alcune caratteristiche delle neonate non coincidevano con le impressioni avute al momento della loro nascita. La lunghezza dei loro capelli non era la stessa di prima. Ma i medici avevano rassicurato padri e madri.
Il padre di Manon, notando la differenza di lineamenti della ragazza troppo diversa dal resto della famiglia, decide di fare l’esame del Dna. La risposta è stata scioccante: non è figlia sua e neppure della moglie. E allora ecco che la coppia si mette in contatto con i genitori biologici della bambina e porta il caso in tribunale. “Se è capitato a noi, può capitare anche ad altre coppie. Non auguro a nessuno di vivere un’esperienza del genere”, ha commentato la mamma di Manon, ai media francesi.
E hanno avuto ragione. Hanno infatti ottenuto un mega risarcimento: il tribunale di Grasse, nel sud della Francia, ha condannato la clinica a pagare alle due famiglie 1,88 milioni di euro, ovvero 400 mila euro per ognuna delle figlie scambiate, 300 mila euro per ciascuno dei tre genitori coinvolti nel procedimento e 60 mila euro a testa anche per i tre fratelli delle due ragazze ormai ventenni.
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