Mogherini: niente armi a Kiev

L'Alto rappresentante della Ue per la politica estera chiarisce la posizione dell'Italia. L'Europa è unita, Putin ha gli strumenti per risolvere il problema.

Mogherini: niente armi a Kiev
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7 Febbraio 2015 - 11.47


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«Se stai cercando una soluzione politica, fornire armi ad uno dei contendenti non mi sembra un gesto molto coerente. La fornitura di armi è sempre una decisione bilaterale dei singoli Stati che non coinvolge direttamente la Ue, ma non vedo nel panorama europeo una spinta in questo senso. Anche negli Stati Uniti se ne discute, ma non è stata presa nessuna decisione. Gli americani sono, come noi, molto preoccupati. E, come noi, sono convinti che l’unica via di uscita da questo conflitto sia una soluzione politica». Con queste parole l’Alto rappresentante della Ue per la politica estera Federica Mogherini chiarisce la posizione dell’Europa e dell’Italia.

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Secondo l’ex ministro degli Esteri del governo Renzi «senza il sostegno politico, finanziario e militare del Cremlino i separatisti non potrebbero fare quello che stanno facendo. Quindi Putin ha in mano gli strumenti per risolvere il problema». «Il lungo silenzio si è rotto dopo il bombardamento di Mariupol e la dura reazione della Ue. Al Consiglio dei ministri degli Esteri europei abbiamo preso la decisione, all’unanimità, di estendere fino a settembre le sanzioni esistenti e abbiamo concordato, restando uniti, una nuova lista di nomi da colpire», ha spiegato Mogherini, sottolineando che «è stato deciso all’ unanimità anche di aumentare gli sforzi per trovare una soluzione politica alla crisi».

«A questo punto si è mosso qualcosa per rilanciare gli accordi di Minsk. Berlino ci ha subito informati e consultati. Ma le riunioni a livello del gruppo di contatto non facevano progressi e intanto la situazione sul terreno diventava ogni ora più drammatica», ha aggiunto Mogherini.

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«Così Hollande e Merkel hanno lavorato insieme al presidente ucraino Poroshenko a una proposta per arrivare a una soluzione. Ne hanno discusso a lungo. E adesso Merkel e Hollande hanno messo a punto una proposta europea. Sono arrivati al Cremlino contando sul sostegno di tutti i ventotto governi dell’Unione».

In merito all’ipotesi di dare armi all’Ucraina, Mogherini ha detto che «se stai cercando una soluzione politica, come stiamo facendo noi con uno sforzo ai massimi livelli, fornire armi ad uno dei contendenti non mi sembra un gesto molto coerente».

Ieri, a Mosca, il presidente russo, Vladimir Putin, quello francese, Francois Hollande, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno discusso per oltre quattro ore della situazione in Ucraina. Le parti hanno descritto l’incontro «costruttivo e sostanziale» e domani discuteranno telefonicamente del piano per la crisi nell’est dell’Ucraina con il presidente ucraino, Petro Poroshenko.

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Al momento, ricordano i media francesi, si sta lavorando ad un documento sull’attuazione dell’accordo di Minsk, firmato a settembre tra governo ucraino e separatisti filorussi per il ‘cessate il fuoco’.

Merkel: la Russia deve fare la sua parte – “La Russia deve fare la sua parte nella crisi ucraina”. Lo ha affermato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, precisando che la crisi ucraina “non può essere risolta con mezzi militari”. Nel corso del suo intervento, la cancelliera ha poi ricordato che “i confini europei sono e devono restare inviolabili”.

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