Bruxelles ha paura dell'asse Mosca-Atene
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Bruxelles ha paura dell'asse Mosca-Atene

Bruxelles è preoccupata dall'intesa fra Russia e Grecia e dalla linea del governo Tsipras che apre fratture nel finto unanimismo dimostrato finora sulle sanzioni.<br>

Bruxelles ha paura dell'asse Mosca-Atene
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5 Febbraio 2015 - 17.41


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La nuova intesa fra il Cremlino e il governo greco di Alexis Tsipras comincia a preoccupare burocrati e politici europei: dopo lo scambio di messaggi cordiali e la disponinilità espressa da Mosca a valutare la concessione di un prestito ad Atene, le parole con cui il ministro degli Esteri, Nikos Kotzias si è rivolto ai colleghi europei hanno fatto drizzare le orecchie a molti. Kotzias ha detto chiaramente che le cose sono cambiate e che questa Grecia è più vicina alla Russia di quanto lo fosse in precedenza”, e solo la mediazione dell’Alta rappresentante per la politica estera. Federica Mogherini ha impedito che la riunione che avrebbe essere dovuto essere dedicata a nuova sanzioni si interrompesse con un’aperta rottura.

Soprattutto, la linea di Atene rischia di provocare una sorta di onda sismica in quella che si voleva far passare come la “compattezza europea”: Francia, Italia, Spagna, Ungheria, Slovacchia, Cipro hanno già espresso più volte le loro perplessità sulla politica del sanzioni e sui costi che la linea degli Stati Uniti d’ America fa pagare all’Europa, e all’interno dei vari Paesi rafforza i partiti delle destre antieuropee. Soprattutto, sacrificare commerci e posti di lavoro in nome di un’Ucraina che nel migliore dei casi potrebbe aderire all’Unione nell’ arco di vent’anni appare del tutto privo di senso.

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Mosca naturalmente non si fa sfuggire l’occasione e sottilinea ancora il nuovo clima di vicinanza invitando il ministro della Difesa greco, Panos ad un prossimo incontro on l’omologo russo. Kammenos aggiunge di aver già incontrato l’ambasciatore russo per discutere di cooperazione strategica. ed anche quello americano cui ha assicurato che la Grecia continuerà la cooperazione all’interno della NATO.

Non basta ancora: gli ultimi sondaggi d’opinione dimostrano chela popolazione ellenica approva un’alleanza con la Russia mentre è molto inferiore la quota di coloro che prefiscono l’Unione europea: oggi il 35 per cento dei greci fa il tifo per Putin mentre solo il 23 per cento vorrebbe avvicinarsi a Bruxelles. Gli alti indici di gradimento greci possono riflettere i legami culturali, religiosi ed economici di cui Atene ha goduto per anni con la Russia, uno dei principali partner commerciali del Paese, ma riecheggiano anche forte disappunto nei confronti della leadership dell’UE, Inoltre, la rispiosta russa alle sanzioni economiche ha rappresentato un duro colpo per l’economia greca : le esportazioni elleniche verso la Russia rappresentano il 41% di tutto l’export nazionale ed hanno un valore di circa 200 milioni all’anno.

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Il ministro dell’Energia greco , Panagiotis Lafazanis ha già detto che Atene era contro le sanzioni e “non ha avuto divergenze con la Russia” ma nonostante queste forti affermazioni giovedì scorso la Grecia ha aderito allq proposta di estendere le restrizioni per altri sei mesi e ad ampliare l’elenco delle persone bandite. Su ogni ulteriore decisione di Bruxelles in materia, comunque, da questo momento pesa l’incognita del veto che Atene sembra pronta ad esercitare. Anche per questo nell’Unione qualcuno comincia a preoccuparsi ed il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Shauble, adesso ammorbidisce posizioni che in passato lo avevano portato ad interferire nella politica greca: “Non è nell’interesse della Germania che la Russia abbia difficoltà economiche, il nostro interesse è piuttosto quello di lavorare a stretto contatto e cooperare ragionevolmente con Mosca e che la Russia contribuisce allo sviluppo economico sostenibile”. In altre parole, Grecia vai pure avanti.

Anche il ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis. fa di tutto per allentare le tensioni abbandonando le richieste per un taglio sul debito sovrano del suo Paese: ha dichiarato al”Financial Times” che il suo governo non chiederà riduzioni ma piuttosto un “menu di swap del debito” per alleviarne gli l’oneri, ed è pronto ad emettere due due tipi di nuove obbligazioni.Il primo , indicizzato alla crescita economica nominale, dovrebbe sostituire i prestiti di salvataggio europei, mentre il secondo, definito “obbligazioni perpetue”, sostituirebbe i titoli della Banca centrale europea. Ne frattempo è partita la girandola di incontri attraverso cui Tsipras si propone di raggiungere un compromesso politico con i partner dell’Unione europea: ieri ha icontrato Matteo Renzi a Roma, poi a Bruxelles il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, infine vedrà il presidente francese Francois Hollande.

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Varoufakis aggiunge che il governo greco sta presentando ai partners europei una serie di proposte per riforme che favoriscano la crescita:”Qualunque cosa i nostri partner pensino del nostro essere una sinistra radicale, siamo seri circa le riforme e sull’essere buoni europei . L’unica cosa sulla quale non cederemo è l’inapplicabilità del programma attuale di rientro del debito, che ha bisogno di essere ripensato da zero”.

Fonti: Financial Times, Agenzie

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