Charlie Hebdo, Valls: l'Isis può colpire in Europa

Il primo ministro francese ha commentato preoccupato l'allarme terrorismo: la minaccia islamica non è mai stata così grande

Charlie Hebdo, Valls: l'Isis può colpire in Europa
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16 Gennaio 2015 - 09.55


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“L’Isis può colpire in Europa. La minaccia islamica non è mai stata così forte ed è lontana dalla sua fine”: spaventano la Francia e non solo le parole di Manuel Valls, primo ministro francese, che ha parlato ai microfoni di Europe 1, in seguito agli attacchi terroristici della scorsa settimana.

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Due perquisizioni e una decina di fermi sono stati compiuti questa notte dalla polizia francese nella banlieue di Parigi in relazione agli attentati terroristici della settimana scorsa. Lo si apprende da fonti della polizia.

Siti sotto attacco. Diversi siti di media francesi sono fuori uso per quello che sembra un attacco informatico. La radio France Inter, il sito di informazione Mediapart, il sito 20minutes e anche Le Parisien – fra gli altri – sono irraggiungibili.

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A Parigi riapre Gare de l’Est, cessato allarme. Riaperta alle 9:30 la Gare de l’Est di Parigi, dopo un’ora e mezzo di perquisizioni da parte degli artificieri. La chiusura era stata disposta dalle ferrovie SNCF, nell’ambito del piano antiterrorismo Vigipirate, in seguito a una telefonata anonima e alla presenza di un bagaglio abbandonato.

Hollande. “Sono i musulmani a essere le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell’intolleranza”. Lo ha detto il presidente francese François Hollande, in un discorso all’Istituto del mondo arabo di Parigi. “Il fondamentalismo islamico si nutre di tutte le contraddizioni, delle povertà, dei conflitti non risolti da troppo tempo, e sono i musulmani ad esserne le prime vittime”, ha aggiunto, invitando di nuovo ad “evitare le confusioni” tra estremisti violenti e musulmani moderati. “Gli atti contro i musulmani, così come l’antisemitismo, devono essere non solo denunciati, ma puniti con severità”, ha detto, ribadendo che la Francia si impegna a “difendere tutti i suoi cittadini” indipendentemente dalla religione.”Abbiamo un dovere di solidarietà nei confronti del mondo arabo”, ha aggiunto, citando in particolare il caso del conflitto siriano, in cui “a furia di non essere affrontata, è la forza che ha avuto la meglio. “Il mondo arabo è in piena mutazione, anche se non tutte le sue ‘primavere’ hanno prosperato”, ha proseguito Hollande, sottolineando che “questi cambiamenti richiedono tempo”. In questo contesto, “la sicurezza è necessaria ai popoli arabi, perché possano compiere il loro rinnovamento”.Intanto, la Lega araba ha annunciato al Cairo che studierà la possibilità di creare una “forza d’intervento rapido” anti-terrorismo. Secondo una dichiarazione letta dal segretario generale della Lega, Nabil el-Arabi, ad una riunione ministeriale straordinaria in corso nella capitale egiziana, la possibilità di formare una “forza d’intervento rapido araba per lottare contro il terrorismo” è conforme al Trattato arabo di difesa comune del 1950. El-Arabi ha esortato a tenere una riunione straordinaria del Consiglio di difesa arabo per esaminare i “meccanismi necessari” a creare questa “forza” d’intervento e i suoi presupposti “giuridici”.

Indagini. Intanto funzionari dell’intelligence statunitense e francese vanno consolidando la convinzione che gli attacchi terroristici dei giorni scorsi a Parigi siano stati ispirati da al Qaida ma non direttamente sotto la sua supervisione. Uno dei due fratelli responsabili dell’attacco allo Charlie Hebdo avrebbe trascorso un breve soggiorno nello Yemen e avrebbe incontrato un leader di al Qaida. Tuttavia gli 007 statunitensi non sono convinti che l’attacco a Parigi sia stato diretto dall’estero. Gli investigatori non credono neanche che l’uomo che ha ucciso cinque persone in altre zone della città fosse d’accordo con i due fratelli. Queste ipotesi inquadrano gli attacchi in una ondata di violenza scatenata da individui disperati con simpatie per al Qaida, l’ Isis o i loro seguaci, ma che non coinvolti in una cospirazione internazionale, più facile da individuare.

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Struttura tipo-mafia. Mentre secondo il sindacato di polizia francese “Abbiamo a che fare con una struttura ben organizzata tipo mafia”. Si tratta “individui molto pericolosi, uomini e donne: è davvero una guerra”, dice il portavoce di un sindacato di polizia francese Christope Crepin, intervistato dall’AP, parlando delle indagini legate alle stragi che hanno insanguinato Parigi. Secondo l’agenzia di stampa Usa, la casa-arsenale di Gentilly, nel sud di Parigi, era stata presa in affitto da Amedy Coulibaly, uno dei tre attentatori, quello delle stragi a Montrouge e Vincennes, “circa due settimane fa”. Nella zona, i vicini hanno detto di non aver notato nulla di particolare. Solo un testimone dice di aver visto Coulibaly frequentare regolarmente la palestra. Oltre al covo arsenale di Gentilly, gli investigatori stanno lavorando sulle fonti di finanziamento dei terroristi. Nella loro testimonianza all’Ap, alcuni dealer a lui associati raccontano che Coulubaly vendeva marijuana e hashish nella banlieue parigina, non più di un mese fa. Mentre i fratelli Kouachi, autori della strage a Charlie Hebdo, vendevano attrezzature sportive Made in China.

L’addio a Tignous. Mentre, oggi, Montreuil, la banlieue di Parigi in cui era residente, celebra Tignous, uno dei vignettisti uccisi nella strage a Charlie Hebdo. La sua bara è stata ricoperta di scritte e disegni. Alla cerimonia, nella sede del comune, partecipano diverse centinaia di persone. La sepoltura è prevista questo pomeriggio al cimitero di Père-Lachaise di Parigi. Tra i presenti, molti amici del vignettista, tra cui Patrick Pelloux, uno dei superstiti della strage, e il ministro della Giustizia, Christiane Taubira. Quest’ultima ha osservato la Francia è il Paese “di Voltaire e dell’irriverenza, abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni”. “Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta”, ha detto ancora Taubira.

La sepoltura dei tre terroristi. La Francia si interroga ulla controversa sepoltura dei tre jihadisti abbattuti: Chérif Kouachi, Said Kouachi e Amedy Coilibaly. Per il momento, le salme sono all’istituto medico-legale del 12/mo arrondisemment Parigi, “il tempo delle indagini” e nell’attesa di una decisione sulla sepoltura. “Non disponiamo di informazioni, spetta alle famiglie decidere”, spiega il ministero dell’Interno al Figaro. Prossimamente, il procuratore della Repubblica dovrà autorizzare le famiglie a recuperare le spoglie dei tre defunti. Le famiglie, che hanno condannato gli assalti, dovranno poi esprimersi sul da farsi. Concretamente, la legge francese autorizza la sepoltura nel luogo di residenza, nel luogo di decesso o nel luogo in cui c’è una tomba di famiglia. Le alternative sono quindi numerose. Ma l’alzata di scudi di alcuni sindaci, che temono anche “pellegrinaggi” del terrore, non si è fatta attendere. Alcuni si rifiutano nettamente, altri storcono il naso, altri ancora potrebbero pretendere una forte presenza di polizia durante la sepoltura oltre una tomba anonima. Un simile dibattito si aprì anche ai tempi di Mohammed Merah, nel 2012, che alla fine venne sepolto con grande discrezione al cimitero di Cornebarrieu, a cinque chilometri da Tolosa dove venne abbattuto durante il blitz delle forze speciali.

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