L'Europa trema: paura della Grexit
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L'Europa trema: paura della Grexit

Mentre si avvicina la data delle elezioni politiche aumentano le preoccupazioni della Ue e si infittiscono esortazioni e appelli.<br>

L'Europa trema: paura della Grexit
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redazione Modifica articolo

5 Gennaio 2015 - 16.37


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Dal punto di vista dell’Unione europea e di quanti temono ulteriori scossoni alla zona euro, dopo il fallimento della terza votazione per eleggere il presidente della Repubblica la Grecia è entrata in un nuovo “girone infernale”. La Costituzione in questi casi impone che vengano indette uove elezioni politiche e l’appuntamento che potrebbe cambiare il futuro dell’Europa è fissato per il 25 gennaio.

Le conseguenze della crisi politica e parlamentare si faranno senza dubbio sentire , tutti gli osservatori pronosticano una vittoria di “Siryza”, il raggruppamento della sinistra radicale e la nascita di un governo di coalizione guidato da Alexis Tsipras , il quale non ha mai fatto mistero della sua dura opposizione all’ “Europa dei ragionieri” e in attesa di vedere cosa succederà fra gli sconfitti di oggi ognuno cerca di attribuire le colpe all’altro,.
 Dinanzi al Parlamento il premier uscente, Antonis Samaras ha parlato delle responsabilità del governo, ma anche della “troika” finanziaria, di fronte ai timori di nuovi scossoni finanziari il mercato azionario in Grecia ha perso il 11,3 per cento subito dopo la notizia delle elezioni anticipate, anche se poi ha recuperato parte del perduto. Le fluttuazioni e le incertezze dovrebbero proseguire almeno fino alla formazione del nuovo governo che a sua volta si rifletterà nel mercato azionario europeo e sul funzionamento di Fondo monetario internazionale, Unione europea e BCE .

Al momento la responsabilità maggiore di questa situazione viene attribuita proprio al governo Samaras ed a “Nuova Democrazia”, il suo partito , che hanno avviato il processo elettorale per il nuovo capo dello Stato due mesi prima del termine, ma allo stesso tempo FMI e UE portano una responsabilità significativa instabilità politica ed economica del Paese : in nome delle riforme e di un più rapido recupero della Grecia in epoca di recessione, le misure imposte dalla “troika” hanno influenzato il declino del tenore di vita rafforzando l’opposizione guidata da Syriza, che ora è ha molti più sostenitori dei socialisti del PASOK e di Nuova Democrazia .

 
Gli investitori temono che Syriza, indicato come vincitore da tutti i sindaggi, potrebbe presentare un ricorso contro le severe misure di austerità in base alla quali la Grecia riceve assistenza da prestatori internazionali. Recentemente, alla vigilia del terzo turno di votazione, le dimissioni del primo ministro greco Antonis Samaras aveva detto:”I greci non vogliono le elezioni anticipate, ho fatto e sto facendo di tutto per garantire che il Presidente sia eletto e quindi venga evitato lo svolgimento di elezioni”. Le valutazioni errate del premier oggi pongono Stato e governo in una situazione difficile: non si può sperare che Nuova Democrazia e Pasok riconquistino la fiducia degli elettori , il leader del partito di sinistra , Alexis Tsipras ha vinto la prima battaglia per le elezioni anticipate ed ora si appresta alla difficile lotta politica con opzioni e risultati estremamente incerti .
In questo clima, da Bruxellwes partono commenti che paiono sempre più vicini all’interferenza: il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha avvertito i greci dei grossi problemi cui andranno incontro se voteranno “nel modo sbagliato” e daranno la vittoria ai gruppi radicali .

“Vorrei vedere Atene governata da chi comprende i processi europei – ha detto a sua volta Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici – la Grecia ha un forte impegno con l’Europa per sostenere le riforme , e ancora una volta ha cominciato a prosperare all’interno della zona euro”. Il ministro delle Finanze tedesco,Wolfgang Schaeuble avverte a sua volta la Grecia di non allontanarsi dal sentiero delle riforme economiche, e dice che qualsiasi nuovo governo di Atene deve rispettare le promesse del primo ministro Antonis Samaras, e se la Grecia andrà da un’altra parte sarà difficile mantenere le relazioni con la UE e la stessa situazione nella zona euro.

A detta di tutti, il percorso del nuovo governo si presenta difficile e incerto, e le elezioni si terranno in un momento economico e politico di particolre difficoltà, ma in ogni modo a dettare i ritmi degli avvenimenti ad Atene come a Bruxelles d’ ora poi sarà “Siryza”. Tsipras non ha mai minacciato l’uscita dall’euro , ma se vincerà le elezioni chiederà,ì che terminino i sacrifici chiesti dalla troika e di poter rinegoziare il debito, o con un taglio o attraverso un allungamento delle scadenze. Per la Grecia però é già iniziato il gioco dei ricatti incrociati. Se dalle file di Syriza qualcuno nei giorni scorsi ha cominciato a minacciare che Atene potrebbe non ripagare il debito, da Berlino è arrivato il primo altolà di un deputato del partito della Merkel, per avvertire i greci che l’Europa può fare a meno di loro. Se Tsipras dovesse mostrarsi troppo rigido, dunque, potrebbe essere l’ Europa a decretarne l’uscita.

Fonte: Balkan Magazin, Agenzie

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