L’Isis fa breccia e si avvicina a pochi passi dall’Italia. Proprio quando le forze libiche annunciano la «liberazione» di Bengasi, il terrore jihadista si insedia a Derna, sulla costa orientale della Libia al confine con l’Egitto, dove oggi l’iracheno Abu Bakr al Baghdadi è stato nominato leader del Califfato della città, con una vera e propria cerimonia in piazza. L’evento era stato annunciato in pompa magna alcuni giorni fa da manifesti e volantini con il simbolo della bandiera nera che davano appuntamento «al pubblico» per «nominare Baghdadi». Durante la cerimonia, una bomba artigianale è esplosa vicino alla tribuna del Consiglio della gioventù islamica di Derna. Proprio quel gruppo che a inizio ottobre aveva proclamato l’adesione allo Stato islamico di Baghdadi. I miliziani di Ansar al Sharia erano poi entrati in città a bordo di pick up armati, sventolando bandiere nere e inneggiando al Califfo. Da allora i jihadisti hanno creato a Derna – provincia italiana ai tempi dell’occupazione – istituzioni ispirate alla sharia, compreso un tribunale islamico. Ai poliziotti è stato chiesto di «farsi crescere la barba e di indossare uniformi con il simbolo dell’Isis», ha riferito ai media un ufficiale sotto anonimato, raccontando che l’ordine è però stato disatteso e che gli agenti hanno tolto dal muro di un commissariato un cartello con la scritta «polizia islamica».
Nel frattempo le forze filogovernative, capeggiate dall’ex generale Khalifa Haftar, si concentravano su Bengasi dove a a metà ottobre è stata lanciata l’offensiva ritenuta «decisiva» contro Ansar al Sharia e le milizie alleate. «Controlliamo tutti i quartieri», ha detto oggi per i governativi il colonnello Wanis bu Khamade, comandante delle forze d’èlite e paracadutisti entrati in città, riferendo di rastrellamenti e arresti e di rinforzi in arrivo da Ajdabiya. Ma anche a ovest, la Libia non conosce pace. Miliziani armati della cosiddetta «operazione Alba» – che comprende i gruppi filoislamici di Tripoli e Misurata che hanno dato vita a un governo «parallelo» e resuscitato l’ex parlamento – seminano il terrore. Secondo fonti nella capitale, le milizie hanno sequestrato un numero non precisato di ufficiali dell’esercito e starebbero usando i civili come scudi umani. Il portavoce delle forze armate, Mohamed Hegazi, ha puntato il dito contro il Qatar, accusandolo di aver rifornito le milizie di armi ed equipaggiamenti inviando un aereo a Misurata.
Anche l’Egitto teme le infiltrazioni dell’Isis. Derna è a soli 300 km dal confine e le forze egiziane si dicono pronte ad affrontare qualsiasi minaccia possa varcare la frontiera. Al momento però è a est che Il Cairo concentra le sue preoccupazioni. Un video targato Stato islamico ha esortato «gli egiziani a sostenere i jihadisti del Sinai», dove una settimana fa 30 militari sono stati uccisi in un attentato terroristico.