Queste parole potrebbero suonarvi familiari: l’avvocato di Oscar Pistorius ha chiesto per il suo assistito una pena ai servizi sociali, affermando che la prigione non sarebbe una punizione appropriata per l’omicidio involontario della sua fidanzata Reeva Steenkamp.
L’avvocato Barry Roux stamani ha parlato per un’ora e mezza all’udienza del processo a Pretoria che deve stabilire la pena per Pistorius, già giudicato colpevole di omicidio colposo per aver ucciso involontariamente a colpi di pistola la fidanzata Reeva Steenkamp nel bagno di casa propria, scambiandola per un ladro, il 14 febbraio 2013 a Pretoria.
Roux ha chiesto “una pena utile alla società”, affermando che il suo assistito è sinceramente pentito di quello che ha fatto e che desidera soltanto “fare del bene il più possibile”. Il carcere potrebbe essere un luogo rischioso? Nei giorni passati un’addetta alla sorveglianza testimone della difesa aveva detto che in carcere l’ex atleta paralimpico avrebbe rischiato di subire abusi sessuali.
L’avvocato ha argomentato che Pistorius ha già sopportato pene durissime: il dolore e il rimorso per aver ucciso involontariamente la fidanzata, l’umiliazione per essere stato presentato come un assassino a sangue freddo davanti al mondo intero, la perdita delle sponsorizzazioni che lo hanno ridotto senza soldi. “Nessuna punizione può essere peggiore di quello che ha passato in questo 18 mesi – ha detto l’avvocato -. Il dolore di Oscar non si cancellerà mai… Il trauma emotivo è la peggior punizione”.
Il difensore Roux ha ricordato alcuni precedenti della giurisprudenza sudafricana, dove persone che hanno ucciso famigliari nelle medesime circostanze di Pistorius non hanno ricevuto una pena o sono stati condannati a pene non carcerarie. In particolare l’avvocato ha ricordato il caso del rugbysta Rudi Visagie, che nel 2004 aveva ucciso sua figlia scambiandola per un ladro e che alla fine non aveva avuto pena.
Il procuratore Gerrie Nel, invece, ha chiesto una condanna più severa: “una lunga pena detentiva”. “L’unica pena appropriata è una lunga pena detentiva”, ha detto Gerrie Nel nella sua arringa finale. Il giudice monocratico del Tribunale di Pretoria, Thokozile Masipa, ha già stabilito che l’atleta paralimpico non voleva uccidere la fidanzata (l’accusa sosteneva invece che le aveva sparato volontariamente al culmine di una lite). Il giudice tuttavia ha ritenuto Pistorius colpevole di grave negligenza, perché avrebbe sparato in modo avventato. Masipa renderà nota la pena più avanti.
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