Rivolta a Hong Kong: la polizia rimuove le barricate
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Rivolta a Hong Kong: la polizia rimuove le barricate

La rimozione delle barricate è avvenuta nei quartieri di Admiralty e Mongkok, i principali siti della protesta pro democrazia.

Rivolta a Hong Kong: la polizia rimuove le barricate
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13 Ottobre 2014 - 10.53


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La polizia di Hong Kong ha iniziato a rimuovere le barricate erette dai manifestanti pro democrazia da più di quindici giorni. Lo smantellamento è iniziato ad Admiralty, il quartiere dei ministeri; i giovani non si aspettavano l’azione della polizia.

Dal 28 settembre migliaia di cittadini dell’ex-colonia britannica hanno occupato alcune delle principali strade per chiedere che venga instaurato un sistema politico «realmente» democratico. Negli ultimi giorni il numero dei manifestanti è nettamente diminuito e oggi nelle strade rimangono poche decine di persone.

Gli agenti sono intervenuti senza indossare la tenuta antisommossa. Secondo le riprese televisive, la rimozione delle barricate è avvenuta nei quartieri di Admiralty e Mongkok, i principali siti della protesta pro democrazia. I manifestanti, guidati soprattutto da movimenti studenteschi, chiedono a Pechino la garanzia di una democrazia totale per l’antica colonia britannica.

In un comunicato si legge che questo intervento è volto a consentire un traffico regolare e non che non ha l’obiettivo di rimuovere i manifestanti pro-democrazia.

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Intanto però sono scoppiati nuovi disordini tra un gruppo di circa 500 persone con il volto coperto e gli ultimi irriducibili nell’area di Admiralty. Gli uomini con il volto coperto hanno cercato di rimuovere le barriere che bloccano l’accesso allo slargo, occupato dall’inizio ufficiale delle proteste, due settimane fa. Ci sono stati arresti.

Ieri il capo del governo o «chief executive» Leung Chun-ying aveva respinto per l’ennesima volta la richiesta di dimissioni e aveva sostenuto che il movimento di protesta «non ha alcuna possibilità» di raggiungere i suoi obiettivi.

Anonymous attacca siti web cinesi. Anonymous, il gruppo di hacker che utilizza l’arma del web per le proprie battaglie, ha mantenuto la promessa di scendere in campo a fianco dei manifestanti pro democrazia di Hong Kong e ha attaccato due siti web del governo di Pechino, pubblicando i dati riservati di due pagine web ufficiali cinesi e rendendo pubblici centinaia di numeri telefonici e indirizzi (reali ed e-mail) della Zona di Libero Commercio di Ningbo, una città della provincia orientale cinese di Zhejiang.

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Anonymous ha anche pubblcato i dati provenienti da un web di ricerca lavoro dell’amministrazione di Changxiang, nella stessa provincia. Poco prima, il governo di Pechino aveva riconosciuto che era in corso un attacco alle due pagine web. Non è ancora chiaro perché Anonymous abbia scelto come “vittime” le due pagine, in teoria poco importanti e senza alcuna relazione con le proteste di Hong Kong.

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