Mosca blocca gli europei
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Mosca blocca gli europei

Il risposta alla "lista nera" voluta da americani ed europei anche la Russia ne ha stilata una, prima vittime é stata una deputata dei "verdi" tedeschi, costretta a tornare indietro.<br><br>

Mosca blocca gli europei
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7 Ottobre 2014 - 23.11


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Dopo le sanzioni emesse da Usa e Unione europea contro uomini d’affari ed esponenti politici russi, é la volta di Mosca: la Russia ha stilato a sua volta una “lista nera” di esponenti occidentali che nel caso di nuove ritorsioni occidentali dovrebbe allungarsi, e la prima a farne le spese é stata Rebecca Harms, vice presidente tedesco della frazione dei Verdi al Parlamento europeo, che al suo arrivo in Russia é stata bloccata all’aeroporto ed ha dovuto tornarsne indietro.

Mosca aggiunge di non avere intenzione di rendere pubblica la lista degli indesiderati: “Quei colleghi occidentali che sanno di potersi trovare sulla lista dovrebbero controllare prima di un viaggio in Russia utilizzando i canali diplomatici – dice il ministro Maria Zakharova in un’intervista con radio “Rusnovosti” – la nostra “lista nera” non sarà diffusa poiché la Russia non ha l’uso di rendere pubbliche tali misure restrittive, le sanzioni non sono un nostro capriccio ma rappresentano soltanto la risposta ad azioni decise da altri”.

Al centro di questa nuova “guerra fredda”, il Cremlino dice che il commercio con i principali partners della Russia in Europa continuerà, ma la cooperazione con i paesi asiatici é divenuta una priorità per il Cremlino. “Questa è la nostra scelta consapevole che non è stata fatta ieri ma molti anni fa, osservando le tendenze dell’economia globale “, ha detto ieri Vladimr Putin, parlando ai partecipanti ad un forum sugli investimenti nel suo Paese. La Russia, aggiunge il suo presidente, non sta pensando in termini di sanzioni o limitazioni politiche, ma guarda avanti e intende sviluppare rapporti con i paesi BRICS, in particolare Cina e India, “Queste sono realtà di oggi e ci dovrebbero adottare una prospettiva a lungo termine – aggiunge Putin – non stiamo andando a ridimensionare le relazioni con i partner tradizionali e l’Europa”.

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Il commercio fra UE e Russia ammonta il totale a 430 miliardi dollari, quello con la Cina già di quasi 90 miliardi
ed è programmato per toccare i 200 miliardi nei prossimi 6 anni. La Russia si é rivolta alla Cina anche per creare imprese di petrolio e gas comuni, tra cui un affare con “Gazprom” che ha preso il via all’inizio di questo mese. e vale 400 miliardi.
“Rosneft”, la più grande compagnia petrolifera del mondo, ha offerto collaborazione nel suo campo petrolifero di Vankor nella Siberia orientale, a partner cinesi, raggiungendo un accordo per 270 miliardi dollari con il “China National Petroleum Group” .

Le sanzioni riguardanti i prodotti alimentari hanno spinto piuttosto a Russia a cercare relazioni commerciali più profonde in America Latina con Paesi del calibro di Brasile e Argentina per colmare il vuoto lasciato dai beni europei. I danni incalcolabili di questa guerra commerciale rischiano di produrre effetti di lungo periodo, e forse nelle organizzazioni occidentali qualcuo se ne sta accorgendo, visto che segnali di distensione per la prima volta il molti mesi paiono giungere perfino dalla NATO . Il nuovo segretario generale dell’Alleanza ha tenuto un discorso che é parso in contrasto con la retorica del suo predecessore.

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“Siamo molto preoccupati che il cessate il fuoco sia violato in Ucraina – ha detto l’ex primo ministro norvegese Jens Stoltenberg , che ha tenuto a definire la presenza di unità sul fianco orientale come una azione “completamente difensiva”. Stoltenberg è parso molto attento a non ripetere le molte critiche rivolte a Mosca dal suo predecessore, Anders Fogh Rasmussen . Ad una domanda circa la crisi in Ucraina orientale, il signor Stoltenberg non ha ripetuto le accuse circa la presenza di truppe russe a fianco di combattenti ribelli o la fornitura di armi ai separatisti, mentre i funzionari militari comunicare regolarmente a parlarne.Alla domanda su come la Russia potrebbe aiutare a calmare la situazione in Ucraina, dove i combattimenti si sono intensificati, Stoltenberg ha semplicemente risposto: “Invitiamo la Russia a usare la sua influenza per garantire che i separatisti rispettino il cessate il fuoco”.

Nell’Ucraina orientale i combattimenti ormai continuano soltanto intorno all’aeroporto di Donesk, unica ènclave che l’esercito ucraino afferma di controllare in una zona interamente nelle mani dei separatisti. “I ribelli non fermano i loro tentativi di attacco contro l’aeroporto”. L’esercito afferma di aver respinto un attacco dei ribelli nei pressi di Mariupol, sulle rive del Mar d’Azov nel sud-est dell’Ucraina.Secondo il ministero degli Affari esteri ucraino, il cessate il fuoco è stato violato più di 1.200 volte, con la morte di 88 persone, tra cui 56 soldati e 32 civili.

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L’altro ieri il presidente Petro Poroshenko e la cancelliera tedesco Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico nel quale hanno concordato sull’ “assenza di sostanziali progressi” nell’attuazione del cessate il fuoco. Il portavoce della cancelliera ha detto più tardi che “la Russia dovrebbe usare la sua influenza sui separatisri in modo nettamente più pronunciato per contribuire alla stabilizzazione.”

Fonte: Agenzie

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