I familiari di James Foley e il GlobalPost, il giornale per il quale lavorava l’inviato, hanno cercato nelle settimane scorse di raccogliere il denaro per pagare il riscatto chiesto dai jihadisti dello Stato islamico. Lo ha rivelato alla Cnn Phil Balboni, l’editore del giornale, spiegando che si stava cercando di mettere insieme una cifra compresa tra i 2,6 ed i 5 milioni di dollari, quanto pagato per il rilascio di altri ostaggi, in particolare europei, sulla base di quanto da loro stessi raccontato.
Ieri, lo stesso Balboni aveva detto che i jihadisti avevano chiesto un riscatto di 100 milioni di euro. L’editore del GlobalPost ha poi detto che lui e la famiglia del giornalista rapito in Siria nel 2012 e decapitato tre giorni fa hanno capito che non c’era più niente da fare quando, l’8 agosto scorso, sono iniziati i raid americani sul nord dell’Iraq.
E poi, dopo aver ricevuto una mail la settimana scorsa, nella quale i miliziani annunciavano che Foley sarebbe stato ucciso. Nella mail, l’Is scriveva: “Non ci fermeremo fino a quando non sarà soddisfatta la nostra sete di sangue”.
Il Papa chiama i familiari del giornalista – Anche Papa Francesco ha fatto le condoglianze alla famiglia di Foley, di persona, con una telefonata, alla loro casa nel New Hampshire, come riferito dal sacerdote gesuita americano James Martin.
Napolitano scrive a Obama – Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio al presidente degli Stati Uniti, Obama, in cui esprime orrore per l’assassinio del giornalista americano.
IlGlobalPost diffonde la mail inviata dagli jihadisti: “Siamo assetati del vostro sangue” –
Oggi il GlobalPost, dopo l’autorizzazione della famiglia di Foley, ha deciso di diffondere il testo della mail inviata dagli jihadisti una settimana prima della decapitazione del reporter. Si tratta di un “messaggio al governo americano e al suo popolo di cittadini-pecore”. “Vi sono state date molte occasioni di negoziare il rilascio della vostra gente – riporta il giornale – con transazioni finanziarie, come altri governi che hanno accettato”. Il GlobalPost precisa che in realtà dopo oltre un anno da rapimento senza alcun contatto, il primo messaggio dei rapitori è arrivato il 26 novembre 2013, con una richiesta di denaro. Dopo che è stato provato che proveniva da chi deteneva davvero James Foley, è arrivata una sola richiesta di 100 milioni di euro o il rilascio di prigionieri non precisati da parte degli Usa.
“Ora siete tornati nuovamente a bombardare i musulmani in Iraq – scrive l’Isis nella mail – questa volta con attacchi aerei e ‘eserciti per procura’, rimanendo in maniera codarda lontano da un faccia a faccia”, affermano ancora i sequestratori, che si dicono “assetati del vostro sangue”.