Hamas ha giustiziato pubblicamente 18 persone, tra cui due donne, accusate di aver collaborato con Israele. Secondo i testimoni, sette delle esecuzioni sono avvenute a Gaza in pubblico di fronte alla moschea al-Omari, al termine delle preghiere. I boia erano tutti mascherati e vestiti di nero e subito dopo l’esecuizone i corpi sono stati trasportati nell’ospedale di Shifa. Le immagini delle esecuzioni sono state diffuse sul web e si può notare che centinaia di persone hanno assistito alle fucilazioni, circondando i cadaveri abbandonati sull’asfalto, prima della loro rimozione. I media di Hamas hanno definito queste uccisioni come l’inizio di un nuovo giro di vite, annunciando che “i collaborazionisti saranno soffocati”.
La stampa locale ha poi riferito dell’uccisione di altri presunti collaborazionisti, al termine di processi sommari, condotti da una apposita Corte marziale di Hamas. Le autorità però hanno replicato che queste informazioni risultano del tutto infondate.
Ripresi i raid sulla Striscia. Intanto sono ripresi i raid sulla Striscia di Gaza dopo la tregua dei giorni scorsi. La tensione è aumentata dopo che oltre 40 colpi di mortaio sono stati lanciati dai territori palestinesi verso Israele. [url”Uno di questi attacchi ha ucciso un bambino di 5 anni a Nahal Oz”]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=61724&typeb=0&Un-colpo-di-mortaio-lanciato-da-Gaza-uccide-un-bambino-israeliano[/url]. Sono salite così a 68 le vittime israeliane dall’inizio dell’offensiva “Protective Edge”, 4 civili e 64 soldati.
Netanyahu: Hamas pagherà. Il premier Benyamin Netanyahu ha commentato, rassicurando i responsabili del villaggio israeliano dove è stato ucciso il bambino, dichiarando:”Hamas pagherà un duro prezzo per questo grave atto di terrorismo. L’esercito israeliano e i nostri servizi di sicurezza rafforzeranno ulteriormente le attività contro le organizzazioni terroristiche di Gaza”.
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