Il ricatto dell’orrore. Senza pietà gli islamisti del califfato
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Il ricatto dell’orrore. Senza pietà gli islamisti del califfato

Renzi è a Baghdad per una visita istituzionale proprio il giorno che il giornalista americano James Foley è stato decapitato. [Nuccio Fava]

Il ricatto dell’orrore. Senza pietà gli islamisti del califfato
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20 Agosto 2014 - 12.37


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di Nuccio Fava

Cade in un momento molto critico e tuttavia appropriato la visita lampo di Renzi a Baghdad ed Erbil. Si è spenta la precaria speranza di un prolungamento della tregua tra Gaza ed Israele; oscure nubi incombono al confine orientale dell’Ucraina dove neppure corridoi umanitari riescono a realizzarsi. Tutto sembra confermare tragicamente l’allarme di papa Francesco “siamo di fronte ad una terza guerra mondiale, anche se spezzettata in tanti focolai differenti.

La maggiore preoccupazione riguarda l’esplosione sanguinaria dell’odio fondamentalista dei fanatici combattenti per il califfato. Hanno esibito l’orribile strumento del ricatto attraverso lo sgozzamento di un reporter Usa loro prigioniero da mesi. Era stato costretto, pochi minuti prima, ad accusare il presidente Obama come vero responsabile della sua morte e chiedere la cessazione delle incursioni dei bombardieri degli Stati Uniti in Kurdistan.

A queste atrocità si accompagnano le sofferenze indicibili delle centinaia di migliaia di profughi che cercano qualche riparo nei campi e nelle tende allestiti, non senza difficoltà, dall’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per i rifugiati. Particolarmente significativa in questo quadro la visita del nostro presidente del Consiglio mentre nelle stesse ore i ministri Mogherini e Pinotti, esteri e difesa, riferiscono in Parlamento sull’invio di aiuti anche militari indispensabili per contrastare l’avanzata jahidista.

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Renzi a Baghdad incontra il futuro presidente dell’Iraq positivamente impegnato nella formazione di un nuovo governo di unità nazionale. Nel breve viaggio Renzi farà tappa anche a Erbil per visitare i campi profughi. La missione non è solo in rappresentanza del nostro Paese, ma di tutta l’Europa che dinnanzi a vicende tanto drammatiche è riuscita a decidere con una sola voce.

Un segnale certo eccezionale eppur promettente per il futuro politico della Ue. Proprio sul Ced (Comunità europea difesa) nel lontano 1953 si ruppe la prospettiva di un significativo avanzamento politico della costruzione europea. Era il sogno e l’obbiettivo del presidente del Consiglio di allora, Alcide De Gasperi, morto sessant’anni fa con questa pena nell’anima.

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