L’Italia è contraria ad un intervento militare per sedare la crisi in Iraq. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri Federica Mogherini, durante un’intervista a Radioanch’io: «Stiamo Valutando insieme ai principali partner europei forme più efficaci» per fermare lo stato islamico, «non si tratta di un intervento militare ma di un sostegno, anche militare, al governo curdo». «La necessita immediata – ha proseguito il ministro – è fermare lo stato islamico a protezione dei civili e questo lo si può fare e lo stiamo facendo con gli aiuti dal punto di vista umanitario: l’Italia ha stanziato più di un milione di euro». Secondo Mogherini però «c’è bisogno di creare dei corridoi umanitari per fare in modo che gli aiuti arrivino, da questo punto di vista stiamo valutando, non soltanto come ministeri degli Esteri, della Difesa e presidenza del Consiglio dei ministri, ma insieme ai principali partner europei, quali siano le forme più efficaci e tecnicamente possibili non di intervento militare ma di sostegno, anche militare, del governo curdo. Non si tratterebbe quindi di un intervento militare, ma di una forma di sostegno a ciò che il governo sta facendo».
«Ho scritto ieri all’Alto rappresentante Catherine Ashton per chiederle formalmente la convocazione di un consiglio Affari esteri che si dovrebbe occupare di Iraq, di Gaza e di Libia tre crisi che riguardano direttamente tutta l’Europa – ha continuato la Mogherini – Diversi paesi si stanno muovendo, ma serve che l’iniziativa sia europea». Mi aspetto, ha concluso, «una risposta positiva».
Monito Onu. Le forze di sicurezza devono astenersi da «interferenze» nel processo «politico democratico» dell’Iraq. Lo ha detto oggi l’inviato Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov. La scorsa notte ingenti forze di sicurezza sono state schierate nella Zona Verde di Baghdad mentre il premier Nuri al Maliki annunciava una denuncia contro il presidente Fuad Masum.
Governo inclusivo. Il presidente iracheno Fuad Masum lascerà il Parlamento nominare un primo ministro che formi «un governo inclusivo accettabile da tutte le componenti della società». Lo ha detto l’inviato dell’Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov, citato dall’agenzia Nina, mentre aumentano le pressioni sul premier Nuri al Maliki perchè si faccia da parte.