A Tripoli, dove sono in corso combattimenti fra le milizie per il controllo dell’aeroporto della capitale libica, sono morti 23 lavoratori egiziani. La fattoria dove lavoravano è stata colpita da un missile Grad, che ha centrato l’alloggio dove dormivano gli operai. La notizia è stata confermata dall’agenzia di stampa egiziana Mena, che ha riportato le parole del capo della comunità egiziana in Libia, Alaa Hadura. Il ministero degli Esteri egiziano ha contattato le autorità libiche per verificare la notizia.
È salito intanto a 97 morti e 400 feriti il bilancio degli scontri fra una milizia islamista di Misurata, 200 chilometri a ovest di Tripoli, e un gruppo armato della città nord occidentale di Zintan, che ha preso in controllo l’aeroporto sin dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011. Lo ha reso noto il ministero della Salute. L’ultimo bilancio fornito una settimana fa parlava di 47 morti e 120 feriti.
Gli Stati Uniti hanno chiuso ieri la loro ambasciata a Tripoli ed evacuato tutto il personale in Tunisia, di fronte al peggiorare della situazione della sicurezza.
Da alcuni giorni la Farnesina si è attivata, di fronte all’aggravarsi della crisi, per tutelare i connazionali che si trovavano nelle zone più a rischio. Sono oltre cento gli italiani che hanno manifestato l’intenzione di lasciare il Paese, sempre meno sicuro.