Il giorno dopo il suo fermo, Nicolas Sarkozy si dice “scioccato e umiliato” e, in tv, accusa di “strumentalizzazione politica da una parte dei magistrati”. E non esclude di ritornare in campo in politica: “Amo appassionatamente il mio Paese e non mi scoraggio davanti alle villanie e alle manipolazioni
politiche”.
Dopo 15 ore di stato di fermo, le due magistrate che lo marcano strettissimo da mesi gli hanno notificato le ipotesi di reato, gravissime. Corruzione, traffico di influenze, violazione di segreto investigativo: reati che valgono 10 anni di carcere. Ma non è soltanto Sarkozy a vacillare sotto i colpi della magistratura, il terremoto ha colpito tutto il sistema di potere
che sotto il presidente alfiere della destra neogollista era
stato costruito: avvocati, amici, ministri, consiglieri,
collaboratori.
Tutti travolti da sette inchieste che negli ultimi mesi hanno visto emergere il nome di Sarkozy e accanto a lui una galassia di “eccellenti”. “Mi hanno voluto umiliare”, ha detto Sarkozy in tv.
Il giudice Azibert, invece, è accusato di ricettazione della violazione del segreto professionale, traffico di influenze passivo e corruzione passiva. Per l’avvocato Herzog l’accusa è invece di violazione del segreto professionale, ricettazione della violazione del segreto professionale, corruzione attiva e traffico di influenze attivo.