Oscar Pistorius non soffre di disturbi mentali: questa la conclusione dei periti che hanno sottoposto a esami psichiatrici l’atleta sudafricano. Lo rende noto la procura, in occasione della riapertura stamani, dopo sei settimane di interruzione, del processo a Pretoria per l’omicidio della sua compagna, Reeva Steenkamp.
«Pistorius non soffre di alcun disturbo mentale o infermità che possa averlo reso penalmente non responsabile dell’atto di cui è accusato», hanno concluso i quattro esperti che hanno esaminato l’atleta, secondo quanto ha affermato in aula il rappresentante dell’accusa, Gerrie Nel, leggendo la perizia.
«Pistorius – ha letto ancora Nel – era in grado di valutare che ciò che stava compiendo era male». Il procuratore ha aggiunto che i periti – tre psichiatri e uno psicologo dell’ospedale psichiatrico di Pretoria – sono giunti tutti alla stessa conclusione.
Il processo era stato sospeso il 20 maggio scorso per ordine del giudice, dopo che nel corso del dibattimento la difesa aveva sostenuto che Pistorius soffriva di una grave forma di ansia, risalente all’infanzia, che avrebbe avuto una parte importante nel delitto.
Pitorius non ha mai negato di aver ucciso, la notte di san Valentino del 2013, alla sua fidanzata Reeva, ma afferma di aver commesso un fatale errore in preda al panico, svegliato nel mezzo della notte, credendo che dietro la porta chiusa del bagno, attraverso la quale sparò 4 colpi di pistola, si nascondesse un ladro, e non la fidanzata che fino a quel momento aveva dormito accanto a lui. L’accusa invece tenta di dimostrare che si trattò di omicidio intenzionale, maturato dopo un violento litigio fra i due: una tesi che sembra confermata dai vicini, che quella notte udirono urla e strepiti provenire dalla villa dell’ex campione di atletica.