Il 14enne turco che parte per combattere con i Jihadisti
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Il 14enne turco che parte per combattere con i Jihadisti

Dalla Turchia arriva la storia di Taylan, un ragazzino partito alla volta della Siria per combattere con le truppe dell'Isil. Ritrovato ferito dopo un mese e mezzo.

Il 14enne turco che parte per combattere con i Jihadisti
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28 Giugno 2014 - 12.24


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In Turchia sta facendo molto scalpore la storia di un ragazzino di 14 anni, Taylan O.Y., che è partito verso la Siria per combattere contro il regime di Bashar al-Assad al fianco dei jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). Il ragazzo, insieme ad altri quattro coetanei, aveva intrapreso il suo viaggio da circa un mese e mezzo, con la famiglia con ha avuto sue notizie fino al giorno in cui è stato ritrovato in fin di vita al confine tra i due paesi.

La battaglia. Arrivato in Siria, l’adolescente ha ricevuto addestramento militare ed è poi stato mandato a combattere al fianco degli altri jihadisti. Nel corso di una battaglia è stato ferito in modo grave e ha perso molto sangue. Così i suoi compagni lo hanno portato vicino a un valico con la provincia turca di Sanliurfa, dove all’inizio della settimana è stato avvistato dai militari di Ankara e condotto in un ospedale della zona. Il padre del ragazzo ha raccontato che le sue condizioni sono gravi, ma è uscito dalla terapia intensiva.

Giusta causa. L’uomo ha spiegato che, tre giorni dopo la sua scomparsa, il figlio lo ha chiamato per informarlo che era partito “per una giusta causa”, resistendo alle richieste del padre di tornare a casa. La vicenda di Taylan ha sollevato il velo sulla intensa campagna di reclutamento che l’Isil conduce in Turchia. Secondo un rapporto pubblicato dal quotidiano Haberturk, il gruppo jihadista si concentra sui giovani fino ai 25 anni che vivono in condizioni economiche e familiari disagiate nelle grandi città, prima tra tutte Istanbul.

Reclutamento. Nella città sul Bosforo, l’Isil ha aperto almeno tre ‘uffici di reclutamento’ nei quartieri Gungoren, Bagcilar e Fatih, conosciuti per l’orientamento conservatore dei suoi residenti. Tramite questi uffici, i giovani turchi vengono inviati nelle province sud-orientali di Sanliurfa, Kilis, Gaziantep e Hatay, dove si uniscono ai militanti arrivati dall’estero – soprattutto dall’Europa – e attraversano illegalmente il confine con la Siria. Una volta entrati nel paese vicino, i nuovi jihadisti vengono affidati direttamente ai militanti dell’Isil o di altri gruppi estremisti, che controllano molte delle regioni di confine. Da qui, come è successo a Taylan, le nuove reclute vengono inviate a combattere contro i militari di Assad e contro gruppi ribelli rivali oppure vengono trasferiti in Iraq, che è l’altro fronte ‘caldo’ della campagna dei jihadisti.

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