Crimea: 16mila militari cambiano divisa
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Crimea: 16mila militari cambiano divisa

Solo poche migliaia di soldati dichiarano di voler restare fedeli all'Ucraina. Intanto va avanti la smobilitazione dopo la scadenza dell'ultimatum russo.

Crimea: 16mila militari cambiano divisa
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22 Marzo 2014 - 10.16


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La Crimea è sempre più russa. Su 18mila militari dislocati nella penisola, 16mila hanno deciso di cambiare uniforme e prestare servizio per la Russia. Lo ha annunciato il ministro della difesa russo Sergei Shoigu, confermando che, delle 67 unità navali che facevano capo alla marina ucraina in Crimea, 54 hanno issato bandiera russa, incluso il sottomarino Zaporizhzhia, l’unico della marina ucraina. Ma metà dell’equipaggio del Zaporizhzhia, incluso il comandante, ha rifiutato di prestare servizio per i russi.


Smobilitazione a Belbek
– Intanto continua l’accerchiamento dei militari russi a quel che resta delle forze ucraine nella Crimea ormai annessa da Mosca: nella base di Belbek, assediata dai blindati russi, centinaia di soldati e civili questa mattina hanno acceso un grande falò nella piazza d’armi per bruciare documenti. Un gesto che fa pensare all’imminente abbandono della struttura come previsto dall’ultimatum fissato ieri da unità russe e filorusse: “arrendetevi entro le 11 di domani (le 10 in Italia) o conquisteremo la base”.

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Ucraini scortati dai russi
– E saranno proprio militari russi a scortare i soldati ucraini che intendono lasciare la Crimea. Lo ha deciso Mosca. La misura riguarda una brigata di 61 parà arrivati in febbraio nella penisola per partecipare a delle esercitazioni, che ora vogliono rientrare in Ucraina. Le autorità filorusse della Crimea avevano chiesto ai soldati di lasciare il loro equipaggiamento in cambio del permesso di abbandonare la penisola, ma il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu ha stabilito che i militari potranno partire a bordo dei loro veicoli. Saranno tuttavia scortati al confine dalla polizia militare russa.


Eroi non disertori
– Intanto da Kiev arriva la notizia che i soldati ucraini che tornano dalla Crimea occupata dai russi saranno accolti come “eroi” e non come disertori. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa ucraino con un comunicato sul suo sito web: obiettivo, contrastare la falsa notizia “diffusa dai servizi segreti russi”, secondo cui le unità che lasceranno la penisola saranno sciolte e la procura ucraina indagherà tutti i soldati per alto tradimento.

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Le contro-sanzioni di Mosca – Continua invece la guerra solitaria di Mosca contro il resto del mondo: la Russia, ha annunciato il portavoce del ministero degli esteri russo Aleksandr Lukashevich, si riserva il diritto di dare una risposta adeguata alla sanzioni aggiuntive decise ieri contro la Russia dal Consiglio europeo. Le sanzioni varate ieri dall’Unione europea contro altri 12 personalità russe e ucraine coinvolte con l’annessione della Crimea “sono separate dalla realtà”, ha detto Lukashevich.

La missione Osce – Sempre il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che “il mandato dell’Osce in Ucraina riflette la nuova realtà politico-legale e non si applica alla Crimea e Sebastopoli, che ora fanno parte della Russia”. Mosca “spera che il lavoro della missione Osce aiuterà al superamento della crisi ucraina, fermando il dilagante banditismo nazionalista”, aggiunge il ministero dopo l’annuncio dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, di cui fa parte la Russia, dell’invio un centinaio di osservatori in Ucraina.

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