La Crimea adotta il rublo

Il referendum per l'annessione alla Russia passa con una percentuale marmorea e prima ancora che si chiudessero i seggi si è deciso di cambiare valuta.

La Crimea adotta il rublo
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17 Marzo 2014 - 03.20


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Ancora prima che i seggi del referendum per l’adesione alla Russia fossero chiusi, il governo provvvisorio di Simferopoli ha preso una decisione che spiega da sola quanto scontato fosse l’esito della consultazione: a partire da questa settimana (il giorno esatto dipenderà dai tempi tecnici) la Crimea adotterà il rublo come moneta ufficiale. E tutto quello che verrà dopo, dalla percentuali di voti alle critiche americane ed europee ed alla possibilità per quanto remota di uno scontro planetario, dagli abitanti della penisola viene già inserito nell’ambito delle trasurabili conseguenze.

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Un milione e mezzo di elettori nella penisola ucraina di Crimea hanno votato ieri per riunirsi alla Russia in un referendum criticato dal mondo, ma sostenuto da Mosca e che ha fornito un risultato assolutamente indubbio. Mentre le truppe russe e le milizie filo-russe sono dispiegate in tutta la penisola gli abitanti della regione meridionale dell’Ucraina sono stati invitati a scegliere tra l’integrazione con la Federazione russa e una maggiore autonomia all’interno dell’Ucraina. Le prime proiezioni dicono che il “sì” all’adesione ha vinto con il 93 per cento.

I primi elettori erano entrati di buon’ora nei seggi a Simferopoli , capitale della regione mentre a Bakhtchissaraï, la città principale della comunità musulmana tartara i cui leader hanno invitato a boicottare la consultazione, l’ affluenza e’ stata estremamente bassa. “Abbiamo aspettato questo momento per anni”, ha detto alla “France Presse” un settantenne, Ivan Konstantinovich, sollevando le braccia in vittoria, dopo aver votato a Bakhtchissaraï. ” Tutti potranno votare per la Russia “, ha aggiunto.

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Le autorità filo-russe hanno annunciato la presenza di alcune centinaia di osservatori stranieri, anche se l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ( Osce) non ne ha inviato alcuno. In una penisola prevalentemente popolata da russi ed annessa all’Ucraina nel 1954 per decisione di Nikita Kruscev, la capitale Kiev è sempre sembrata lontana e la grande maggioranza si è espressa a favore di una unione formale con la Federazione russa, tanto più che le minoranze ucraina e tartara, che insieme costituiscono il 37% della popolazione, hanno boicottato il referendum.

Un appello al boicottaggio era stato lanciato anche nella notte di fra sabato e domenica dal presidente provvisorio dell’Ucraina, Oleksandr Turchinov, che denunciava “il referendum fantoccio organizzato dallo pseudo-potere in Crimea sotto il controllo delle truppe russe”, Turchinov ha detto anche che i risultati “non riflettono i veri sentimenti del popolo, il Cremlino aveva bisogno di entrare ufficialmente le sue forze armate sulla nostra terra e iniziare una guerra che rovinerà la vita e le prospettive economiche della Crimea”.

La domanda espressa sulla scheda dava agli elettori la scelta tra “la riunificazione con la Russia come membro della Federazione russa” o il ritorno a uno stato risalente al 1992, però mai interamente applicato, di autonomia da Kiev .Il mantenimento dell’attuale status quo all’interno dell’Ucraina non era previsto sulla scheda elettorale, cosa che ha spinto il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ad esprimersi ironicamente definendo la consultazione “una proposta di scelta fra si e si”.

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Il governo ucraino denuncia la consultazione come illegale e incostituzionale, ma non è in grado di opporvisi. Dalla base navale di Sebastopoli , sulla punta meridionale della penisola, dove la flotta russa staziona pagando un affitto dall’Ucraina, colonne corazzate si sono mosse assediando basi militari e luoghi strategici della penisola, presidiati da soldati rimasti fedeli alle autorità di Kiev .Molti funzionari internazionali, tra cui il Segretario di Stato americano John Kerry, hanno definito il referendum “illegittimo” ed il territorio occupato da un esercito straniero, avvertendo che il risultato non sarebbe stato riconosciuto a livello internazionale e assicurando che Mosca dovra’ affrontare sanzioni da parte di Stati Uniti e Unione europea.

Il braccio di ferro tra Mosca e Washington ha dato vita alla peggiore crisi diplomatica tra la Russia e l’Occidente dalla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991, e potrebbe avere un impatto molto duraturo sulle relazioni tra le grandi potenze.

In questo contesto di tensione, la Nato afferma di essere stata oggetto nella notte fra sabato e domenica di attacchi informatici senza conseguenze operative rivendicati da hacker ucraini. “Noi non ammettiamo il territorio del nostro paese la presenza della Nato”, ha detto sul suo sito web un gruppo che si autodefinisce “CyberBerkout”.

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Al di là del futuro della Crimea la crisi ha risvegliato il separatismo anche nei bastioni industriali di lingua russa dell’est mentre il dispiegamento di truppe al confine in nome di esercitazioni, che si sposano alle dichiarazioni di Mosca sulla necessità di “proteggere” le comunità di lingua russa ,suscitano il timore di molti ucraini che credono , nonostante le smentite, che l’esercito russo stia per marciare su Kiev .

Dopo le stime diffuse ieri sera, e le autorità di Simferopoli hanno già annunciato che nel corso della settimana sara’ avanzata una richiesta formale per l’annessione alla Russia. Anche la “Duma” , la camera bassa del Parlamento moscovita , prevedendo come tutti una vittoria del “sì” ha gia’ deciso di votare il 21 marzo su un disegno di legge che leghera’ formalmente la Crimea alla Russia.

“La Russia rispetta la scelta degli abitanti della Crimea”, ha assicurato Vladimir Putin, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Angela Merkel, ribadendo ancora una volta che il referendum rispetta pienamente il diritto internazionale. “Questo è un momento storico, tutti saranno felici “, ha detto il primo ministro filo-russo di Crimea, Serguiï Axionov, dopo aver votato a Simferopoli. “Oggi comincia una nuova era”, ha detto ,mentre un uomo che agitava una bandiera ucraina è stato respinto dalle guardie.

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A Bruxelles, una nuova riunione a livello di ambasciatori è stata fissata per finalizzare sanzioni “mirate” contro responsabile russo o ucraino filo- russo , in forma di restrizioni sui visti e il congelamento dei beni. Nessuna informazione ufficiale è stato rivelato sulla lista di quelli mirati, che potrebbe includere “25-30 nomi”, ha detto una fonte europea. E “deve essere limitato ma politicamente significativo per mandare un messaggio chiaro ” a Mosca, ha detto un’altra fonte.

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