Vignette anti-Islam: due libici rischiano la pena di morte

A scatenare la furia dei tradizionalisti, l'immagine di un uomo barbuto su un poster: raffigurerebbe Maometto. I due sono esponenti del partito nazionale libico.

Vignette anti-Islam: due libici rischiano la pena di morte
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27 Febbraio 2014 - 22.28


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Ancora minacce di morte per chi pubblica una vignetta considerata offensiva per l’Islam. Questa volta, però, a finire nel mirino non sono dei fumettisti ma due politici libici, accusati di aver diffuso l’immagine su un poster di una campagna elettorale, nel 2012. Un gesto che potrebbe costare loro la pena di morte.

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La vignetta raffigurava quattro uomini, uno dei quali con la barba lunga, che circondano una ragazza che si sta recando all’università. I quattro discutono sul ruolo della donna nella società libica, e il barbuto vestito in maniera tradizionale esclama indignato: «Mio Dio, che ci fa quella fuori casa?». A scatenare, le polemiche l’identificazione dell’uomo con la barba con il profeta Maometto. Ipotesi sempre negata, finora invano, dai due accusati, Ali Tekbali e Sathi Sager del partito nazionale libico.

La denuncia arriva da Amnesty International, secondo cui nessuno dovrebbe essere perseguito per aver espresso le proprie opinioni pubblicamente, per quanto possano sembrare offensive. I due però sono anche stati accusati di aver disseminato discordia tra i libici, di voler cambiare i principi costituzionali, di aver offeso l’Islam e aver incitato all’odio.

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