La pace in Ucraina, dopo la deposizione dell’ex capo di Stato Viktor Yanukovich e la firma degli accordi con l’opposizione, sembra essere solo una tregua apparente. Il rischio di ripercussioni sulle minoranze è ancora molto alto. Una richiesta urgente di aiuti, infatti, è stata rivolta al premier israeliano Benyamin Netanyahu e al ministro della Difesa Moshe Yaalon. È stata inviata oggi dal direttore generale dell’Associazione delle organizzazioni ebraiche in Europa, il rabbino Menachem Margolin, in seguito al moltiplicarsi di episodi di antisemitismo in Ucraina. In particolare, riferiscono i media israeliani, viene richiesto l’invio urgente in Ucraina di guardie di protezione.
Oggi il governo provvisorio – Intanto continua il processo di transizione in Ucraina dopo la rivolta che ha portato alla destituzione del presidente Viktor Ianukovich, uomo fedele a Mosca. Oggi è prevista la formazione del nuovo governo provvisorio: Yulia Tymoshenko ha preventivamente rifiutato l’incarico di premier perchè vuole candidarsi alle presidenziali, convocate per il 25 maggio, ma sta lavorando per posizionare i suoi uomini di fiducia nelle posizioni-chiave. Per la posizione di premier, infatti, si fa il nome di Arseniy Yatsenyuk, fedelissimo e anima del partito Patria mentre la Tymoshenko era in carcere.
Oltre alla Tymoshenko, i candidati più probabili sono il leader di Udar, Alleanza Democratica, l’ex pugile Vitali Klitschko – che però ha il passaporto tedesco e non potrebbe, secondo le leggi vigenti – il presidente del partito di estrema destra Svoboda, Oleg Tyaghnibok, e Mikhail Dobkin, capo dell’amministrazione regionale filorussa di Kharkov.
E dal presidente ad interim, Oleksander Turchynov, arriva anche l’allarme separatismo nelle zone russofone che hanno vissuto male sia la destituzione di Yanukovich sia l’arrivo di una leadership filoeuropea. Dall’altro lato ci sono i nazionalisti. Il vicepresidente del Parlamento, Ruslan Koshulinski, di Svoboda, ha dato ordine di rimuovere “tutti i simboli del totalitarismo dall’edificio del Parlamento”. La prima a cadere è stata la stella sovietica.
Yanukovich ancora in fuga – Intanto resta ancora irreperibile Yanukovich, sul quale pende un mandato di cattura per omicidio di massa. Sarebbe stato visto in Crimea. E, secondo l’opposizione, avrebbe pianificato una strage anche a Piazza Maidan. Secondo l’ex viceministro dell’Interno Hennadi Moskal, del partito della Tymoshenko, Yanukovich avrebbe pianificato di fare circondare la piazza dai cecchini per sparare contro i manifestanti. Moskal sostiene di possedere un documento nel quale si legge che l’ex presidente avrebbe messo in campo 22 mila agenti.
La Russia marcia contro – Proprio da Mosca vengono i primi distinguo. Il premier russo Dimitri Medvedev ha detto infatti che “la legittimità di alcuni organi istituzionali” dell’Ucraina “suscita forti dubbi”. “La situazione – ha aggiunto scuro in volto – rappresenta una minaccia per i nostri interessi e per la vita dei nostri cittadini”, spiegando così le ragioni del richiamo dell’ambasciatore russo a Kiev. “La gente armata e a volto coperto non è un partner con cui poter dialogare”, ha poi rimarcato.
Appello di Barroso: la Russia lavori con noi – “La Russia lavori costruttivamente con noi per garantire un’Ucraina unita” che sia “elemento di stabilità” per l’Europa e “abbia buone relazioni con i vicini a est e ovest”. È l’appello lanciato da Josè Manuel Barroso parlando alla plenaria del Parlamento europeo, affermando che la priorità è rispettare “l’unità territoriale del paese”.
Niet secco di Mosca: “Non interferiremo, pericoloso imporre a Kiev la scelta o con noi o contro di noi”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Intanto Catherine Ashton è già in Ucraina. La raggiungerà William Burns, numero due della rappresentanza americana, accompagnato da una delegazione del Tesoro per discutere del paracadute economico per la ex Repubblica Sovietica. Mentre il premier russo ha già fatto sapere di considerare “illegittimo e aberrante” un governo nato da una rivolta.
Sebastopoli, blindato russo in piazza – Un blindato russo sarebbe arrivato in piazza Nakhimov, nel centro di Sebastopoli, in Crimea, dove c’è la sede della flotta russa del Mar Nero. A riferirlo è la tv ‘Russia Today’ che lo ha scritto su Twitter in lingua inglese. Alcuni siti locali riferiscono che altri mezzi blindati sono stati visti nelle vie principali all’ingresso della città.
E i sostenitori del ‘Fronte Crimea’ filorusso hanno manifestato di fronte al Parlamento della Repubblica, a Simferopoli, chiedendo una “risposta forte” agli sviluppi politici in corso a Kiev. Alcuni dimostranti hanno lanciato slogan in favore della secessione e dell’annessione alla Russia.
Il rischio bancarotta – Alla crisi politica si aggiunge il rischio bancarotta. L’Ucraina ha detto di aver bisogno di 35 miliardi di euro. La Russia ha rifiutato il prestito promesso da Putin a Yanukovich e le speranze sono tutte rivolte all’Europa che ne promette molti meno. L’intero programma di cooperazione tra Ue, Fondo Monetario, Banca Europea degli Investimenti e Banca Europea per la Ricostruzion e lo Sviluppo dovrebbe essere di 15 miliardi di dollari.