Come al solito, Recep Tayyip Erdogan grida alla congiura. Definendo una “montatura” le prove del nuovo scandalo che lo vede protagonista, dopo lo scoppio della Tangentopoli turca, nel dicembre scorso. Contro di lui le intercettazioni telefoniche nelle quali il premier discute su come nascondere le grosse somme di denaro intascate in modo illecito con il figlio, anche lui coinvolto nei casi di corruzione che hanno messo in difficoltà il governo e portato al licenziamento di agenti e magistrati che avevano dato il via alle indagini. La telefonata registrata è finita sui social e su You Tube, facendo esplodere il nuovo caso.
Le registrazioni, secondo i media turchi, risalgono a dicembre, nei giorni in cui sono stati eseguiti i primi arresti, tra i quali quelli dei figli di tre ministri. Immediata la richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione, nonostante la difesa del premier, che parla di prove “false” e “montatura” per destituirlo. Nei giorni scorsi, erano uscite altre intercettazioni in cui Erdogan parlava con dirigenti del gruppo editoriale Ciner, editore del quotidiano Haberturk, e ordinava di non pubblicare notizie su politici di partiti avversari. Ma il premier non è l’unico a essere stato intercettato: come nel suo caso, per anni, sono stati registrate le telefonate di giornalisti, accademici, imprenditori e rapprensentanti di ong.
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