Ucraina, Ianukovich cede: elezioni anticipate

Con la mediazione di Russia e Ue, il primo tentativo di stoppare il massacro: voto anticipato e cambiamento della costituzione.

Ucraina, Ianukovich cede: elezioni anticipate
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21 Febbraio 2014 - 11.05


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Accordo raggiunto dopo la maratona di negoziati notturni tra il potere ucraino, l’opposizione, l’Ue e la Russia. È stato firmato un documento per mettere fine alla crisi politica nel palazzo presidenziale a Kiev. Lo ha fatto sapere la presidenza in una nota che conferma il raggiungimento di un accordo che prevede elezioni anticipate e il ritorno alla Costituzione del 2004 che limita i poteri presidenziali. Sarà formato un governo di unità nazionale.

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Il presidente della Ue, Herman van Rompuy, «accoglie con favore l’accordo governo-opposizione in Ucraina, compromesso necessario per lanciare l’indispensabile dialogo politico”. “Ora è responsabilità di tutte le parti essere coraggiosi e trasformare le parole in fatti», ha aggiunto.

Intanto molte delle unità di polizia schierate nel centro di Kiev a difesa dei palazzi del potere stanno abbandonando le loro posizioni e stanno andando via su pullman del ministero dell’Interno. Secondo l’agenzia Interfax si tratta di circa 1.400 agenti. È salito a oltre 100 il numero delle persone morte nei violenti combattimenti tra polizia e manifestanti antigovernativi che negli ultimi giorni hanno sconvolto il centro di Kiev, secondo il bilancio ufficiale.

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28 deputati lasciano il partito di Ianukovich – Almeno 28 deputati del partito delle Regioni del presidente ucraino Viktor Ianukovich hanno deciso di abbandonare il gruppo parlamentare del partito di maggioranza. Lo ha annunciato il vice presidente del parlamento Ruslan Koshulynsky, citato dall’agenzia Interfax.

Il Parlamento solleva dall’incarico il ministro dell’Interno – L’Assemblea ucraino ha sollevato dall’incarico di ministro dell’Interno, Vitali Zakharcenko, con 332 voti a favore (226 quelli necessari). Zakharcenko è accusato dall’opposizione di essere tra gli artefici delle violenze della polizia contro i manifestanti antigovernativi.

Il Parlamento vota norme per libertà Timoshenko – Il Parlamento ucraino ha messo ai voti una riforma del codice penale che potrebbe aprire la strada alla fine della detenzione di Iulia Timoshenko, l’ex premier e leader dell’opposizione. Per oggi a Roma è previsto, inoltre, l’incontro tra la presidente della Camera, Laura Boldrini, e Evgenia Tymoshenko, figlia di Yulia, la leader dell’opposizione ucraina attualmente in carcere.

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Nato: bene accordo, ora stop a violenze – Anche la Nato accoglie con favore l’accordo governo-opposizione: “Deve mettere fine alla carneficina e sofferenza e spianare la strada a un dialogo democratico”, si legge in un comunicato. La Nato chiede poi a tutte le parti di applicare in pieno l’intesa, astenendosi da ulteriore violenza. “Un’Ucraina indipendente, sovrana e stabile impegnata nella democrazia e nella legge, è la chiave della sicurezza euro-atlantica”, conclude.


La preghiera di Papa Francesco
– Dal Papa un nuovo accorato pensiero all’Ucraina, devastata dalle violenze. Aprendo la seconda giornata del Concistoro sulla famiglia, Francesco ha inviato il suo saluto «non solo personale ma a nome di tutti, ai cardinali ucraini che in questi giorni soffrono tanto e hanno tante difficoltà nella loro Patria». Il Papa si è quindi rivolto agli astanti: «Forse sarà bello – ha detto fare arrivare questo messaggio a nome di tutti: siete d’accordo, tutti voi, con questo?». Un lungo applauso gli ha risposto.

Swoboda: sottovalutato Putin. «Forse avremmo dovuto trovare un’intesa tenendo insieme l’accordo di associazione, ma anche progetti comuni con la Russia. Almeno offrire dei progetti sul gas, sulle infrastrutture energetiche, forse delle garanzie reciproche sui cosiddetti interessi russi nell’area. Per il momento questo non è in agenda, ma fra un pò si dovrà tornare a parlare di partenariato strategico. Non è facile con la Russia di Putin, ma dobbiamo constatare che lui è più forte di quello che pensavamo». Così, in un’intervista all’Unità, il leader del gruppo dei Socialisti e Democratici all’Europarlamento Hannes Swoboda, secondo cui occorrono «sanzioni monto mirate» che non pesino sulla popolazione.

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«Una cosa è quello che dovrebbe essere fatto, che è far dimettere Yanukovich. Un’altra cosa è vedere se possiamo trovare un’alternativa praticabile, e ci deve essere un’alternativa perchè il bagno di sangue non è mai accettabile», dice Swoboda. «Sappiamo che lui ha ancora potere e persone che lo seguono, forse anche persone che lo controllano più di quanto lui controlli loro. Certo, per Yanukovich è difficile restare al potere con le mani sporche di sangue, ma se fosse possibile un compromesso dovremmo provarci». Adesso, prosegue Swoboda, «dobbiamo riconoscere che alcune cose devono essere discusse con Mosca, avendo allo stesso tempo una posizione europea forte e la necessaria flessibilità per parlare con la Russia dei nostri vicini comuni».

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