Doppio attacco contro la base militare egiziana a Rafah

Quattro soldati uccisi, dieci i feriti. Esplosioni contro un campo militare e un checkpoint dell’esercito. Prosegue l’offensiva contro i miliziani islamisti in Sinai.

Doppio attacco contro la base militare egiziana a Rafah
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11 Settembre 2013 - 14.00


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Questa mattina un campo militare egiziano a Rafah, al confine con Gaza, è stato attaccato con missili Rpg. Quattro soldati sono morti, almeno dieci i feriti.

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Secondo la tv di Stato, una prima esplosione ha colpito la base militare, seguita da una seconda contro il vicino checkpoint di Al Imam Ali. Un attentatore suicida si sarebbe fatto esplodere a bordo di un’automobile lanciata contro il quartier generale dell’intelligence militare a Rafah, mentre un altro gruppo armato lanciava granate contro il checkpoint.

La notizia giunge dopo che un gruppo armato vicino ad Al Qaeda, Ansar Bayt al-Maqdis, ha rivendicato l’attentato contro il ministro degli Interni e promesso nuovi attacchi contro il governo ad interim figlio del golpe. Negli ultimi due mesi, dopo il colpo di Stato militare del 3 luglio, l’esercito ha intensificato le operazioni contro gruppi islamisti operativi per lo più nella Penisola del Sinai, arrestando almeno cento miliziani, tra cui membri di Hamas entrati in Egitto dai tunnel sotterranei da Gaza.

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La scorsa settimana l’esercito egiziano ha lanciato un’ampia offensiva nel Nord del Sinai: sono state dispiegate truppe di terra, elicotteri e decine di tank. Secondo fonti ufficiali, l’esercito ha arrestato 9 sospetti e ucciso circa 30 persone.

Ieri al Cairo il procuratore generale egiziano ha deciso il rilascio di Refaa al-Tahtawi, capo dell’ufficio presidenziale di Morsi sotto il governo della Fratellanza, escludendolo dalle indagini sulle violenze scoppiate a dicembre fuori dal palazzo presidenziale di Ittihadiya. Tahtawi era stato arrestato ad agosto, insieme a numerosi leader dei Fratelli Musulmani, con l’accusa di aver represso con la forza le manifestazioni di protesta, uccidendo dieci oppositori del deposto presidente Morsi.

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