Bugiardo, no tu insensato: rissa Putin-Kerry
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Bugiardo, no tu insensato: rissa Putin-Kerry

Botta e risposta tra il presidente russo e il Dipartimento di Stato Usa. L'accusa russa: ha negato il ruolo di Al Qaeda tra i ribelli siriani.

Bugiardo, no tu insensato: rissa Putin-Kerry
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5 Settembre 2013 - 22.00


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Il dipartimento di Stato ha bollato come, «insensata», l’accusa rivolta da Vladimir Putin a John Kerry di essere un, «bugiardo», perché non avrebbe mai parlato al Congresso dei legami tra al Qaeda e i ribelli siriani.

Ma il segretario di Stato, hanno sottolineato al dipartimento di Stato, «è un reduce del Vietnam decorato e ha avuto più che (semplici) parole rivolte contro di lui. Per cui non ha perso il sonno dopo queste insensati commenti (fatti mercoledì del presidente russo) basati su citazioni errate».

In realtà Kerry in uno scambio con un senatore durante un’audizione ha risposto alla domanda se fosse «in sostanze vero» che l’opposizione siriana fosse, «diventata nel corso del tempo più infiltrata da al Qaeda». «No. Questo non è in verità sostanzialmente vero. È sostanzialmente errato».

Colloquio telefonico Lavrov-Kerry – Mentre iniziava ad accendersi la polemica tra Putin e Kerry, i ministri degli Esteri dei due Paesi invece di incontrarsi di persona a margine del G20 di San Pietroburgo – come era inizialmente previsto – si sono sentiti telefonicamente.

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Lavrov ha chiamato Kerry per ribadirgli la posizione russa sulla Siria: «Le prove raccolte dagli esperti in tutti i possibili casi di uso di armi chimiche in Siria debbono essere obbligatoriamente messe a disposizione del Consiglio di Sicurezza Onu e da questo valutate prima che sia adottata qualsiasi decisione», si legge in una nota della cancelleria russa che ha confermato come la posizione di Mosca (principale alleato della Siria) resti quella espressa a giugno al G8 in Ulster, che ha respinto «l’uso della forza (come vorrebbe fare Barack Obama in Siria) al di fuori», delle Nazioni Unite.

Da parte sua, si legge nello steso testo russo, il segretario di Stato ha ripetuto le argomentazioni che secondo Washington giustificano un attacco «limitato» contro la Siria per rappresaglia al presunto uso dei gas da parte del regime il 21 agosto a Damasco.

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