Nonostante siano rimasti orfani del loro alleato più forte dopo che il Parlamento britannico ha bocciato l’intervento del governo a sostegno di un eventuale azione militare in Siria, gli Usa continuano a cercare una «coalizione internazionale» per rispondere al presunto attacco con armi chimiche del regime il 21 agosto. Lo ha assicurato il segretario alla Difesa Chuck Hagel.
«Il nostro approccio è quello di continuare a trovare una coalizione internazionale che agirà di concerto», ha detto il capo del Pentagono in una conferenza stampa a Manila.
Hagel ha precisato che Washington rispetta la decisione del Parlamento britannico, che ieri sera con 285 voti contro 172 ha respinto una mozione del premier David Cameron. «Ogni Paese ha la responsabilità di prendere le proprie decisioni», ha affermato Hagel, sottolineando che gli Usa continueranno a consultarsi con Londra cosi’ come con tutti gli alleati. Questa consultazione – ha spiegato – comprende le modalità per andare avanti insieme nel rispondere a questo tipo di attacco con armi chimiche in Siria».
E mentre in centinaia sono scesi in piazza a New York e Washington per manifestare contro un intervento in Siria «costruito su bugie», la Casa Bianca ha aggiornato il Congresso, offrendo ai leader informazioni non classificate sulle prove raccolte che – secondo l’amministrazione – proverebbero la responsabilità di Assad.
I 15 membri del Congresso, incluso lo speaker della Camera John Boehner, ascoltano per 90 minuti gli aggiornamenti e le motivazioni dell’amministrazione per un possibile intervento. Secondo quanto riferito al termine della conference call, l’amministrazione ha ribadito di non avere dubbi sull’uso di armi chimiche da parte di Assad e questo anche sulla base delle comunicazioni intercettate fra alti funzionari del regime di Assad in merito a un attacco. Parlamentari e senatori si mostrano, al termine del confronto, spaccati fra chi sostiene la necessità di agire, chi più cautamente chiede ulteriori prove e alcuni che ritengono sia necessario aiutare i ribelli mentre si tenta di costruire una coalizione internazionale. Molti restano convinti che ci sia ancora da fare per l’amministrazione per convincere il pubblico su un intervento.
Il rapporto dell’intelligence che mostra le responsabilità di Assad dovrebbe essere diffuso nelle prossime ore. Nessuna informazione – riferiscono i parlamentari – è stata offerta su un tempistica di un eventuale attacco e su chi ne pagherà i costi. Secondo indiscrezioni, un’eventuale misura sarà presa una volta che gli esperti dell’Onu lasceranno la Siria. Gli ispettori delle Nazioni Uniti lasceranno il paese sabato.
Miliband: espresso volere popolo – La camera dei Comuni «ha parlato per il popolo britannico». Così il leader laburista Ed Miliband che ha di fatto guidato l’opposizione alla mozione di governo su un intervento in Siria, bocciata in aula.
«La gente è profondamente preoccupata per l’uso di armi chimiche in Siria, ma vuole che si impari la lezione dell’Iraq. Non vuole entrare precipitosamente in una guerra – ha proseguito Miliband – si possono trovare altri modi per fare pressione su Assad, non dovremmo lavarcene le mani».