«L’utilizzo brutale della forza da parte dell’esercito contro il suo popolo è inaccettabile, va deplorato senza mezzi termini. Esistono precise responsabilità dei Fratelli Musulmani», ma metterli al bando avrebbe conseguenze «devastanti», «significherebbe mandarli in clandestinità, rischiando di potenziare l’estremismo dei gruppi».
Lo ha detto in un’intervista alla Stampa sulla crisi in Egitto il ministro degli Esteri Emma Bonino. La responsabile della Farnesina ha invitato quindi a «riposizionare la politica europea» verso l’Egitto auspicando un «reset» delle relazioni.
«Fra qualche giorno ci riuniremo a 28 e ne discuteremo». Tuttavia «per le leve che ha in mano – 500 milioni di euro in aiuti per Il Cairo – l’Europa, come pure gli Stati Uniti, rischiano di sembrare pulci davanti ai mezzi che possono usare il Qatar o l’Arabia Saudita».
Sull’embargo delle armi «l’Italia ha sospeso ogni tipo di fornitura di armamenti fin da giugno – ha assicurato -, prima ancora del golpe. Ci batteremo perché i Paesi dell’Ue adottino la stessa misura».
«Non ci eravamo mai illusi che il percorso dell’Egitto verso la democrazia sarebbe stato lineare», ma «un ritorno al passato, al modello di autoritarismo alla Mubarak» non è «nelle cose».
«Certo – ha aggiunto – non è con le violenze e con le violazioni dei diritti umani che si può percorrere un cammino, per quanto lungo e accidentato, di democrazia». Poi Bonino ha avvertito: «se l’Egitto precipita nel caos, le onde d’urto della sua instabilità si ripercuoteranno in tutta l’area, non c’e’ dubbio. L’Egitto è parte essenziale del “grande gioco” per il potere geopolitico regionale».
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