Egitto nel caos, spari nella moschea al Fatah
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Egitto nel caos, spari nella moschea al Fatah

Dopo una violenta sparatoria si è concluso lo sgombero nella moschea occupata dai manifestanti. Cresce il bilancio dei morti:tra le vittime il figlio del leader dei Fratelli.

Egitto nel caos, spari nella moschea al Fatah
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17 Agosto 2013 - 12.07


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Si è concluso l’assedio della moschea al Fatah al Cairo: la polizia ha preso il pieno controllo del luogo di culto dove i dimostranti pro-Morsi sono rimasti asserragliati per oltre 15 ore. Lo hanno affermato fonti della sicurezza, dopo aver già dato notizia del completamento dello sgombero.

Il governo intanto ha diffuso il bilancio degli scontri di ieri: 173 morti di cui 95 solo al Cairo e 57 dei quali poliziotti. Fra le vittime anche il figlio del leader dei “Fratelli” Mohamed el Badia. Ed a Giza è stato catturato il fratello del leader di al Qaida al Zawahri. Il premier egiziano ha proposto al governo lo scioglimento dei Fratelli Musulmani.

Papa Francesco prega perché cessino le violenze – «Il Papa continua a seguire con crescente preoccupazione le gravi notizie che giungono dall’Egitto e continua a pregare e ad auspicare che cessi la violenza e che le parti scelgano la via del dialogo e della riconciliazione»ha affermato una dichiarazione diffusa dalla sala stampa vaticana.

Intanto la stragrande maggioranza dei tour operator che aderiscono ad Astoi Confindustria Viaggi ha annullato le partenze per l’Egitto e sta contattando tutti i clienti in partenza per fornire loro alternative, “congelare” il viaggio o concordare il rimborso.

Stamani arresti di massa – Sarebbero oltre mille i sostenitori dei Fratelli Musulmani arrestati dalla polizia a seguito di una nuova giornata di scontri sanguinari in Egitto.

«Il numero degli elementi dei Fratelli Musulmani arrestati è arrivato a 1.004», lo ha riferito, secondo quanto riportato da Sky News, il ministero dell’Interno, precisando che 558 sono stati fermati al Cairo. Oggi, secondo la Cnn che ha citato un video trasmesso dal canale privato Al Hiwar, le forze militari egiziane sono entrate nella moschea di Al-Fath e hanno parlato con i manifestanti pro Morsi, che si erano rifugiati in centinaia all’interno. In un altro video, pubblicato dalla rete OnTV, fuori dalla moschea era possibile vedere veicoli militari.


La violenza nella giornata di ieri
– La polizia ha aperto ancora una volta il fuoco contro i manifestanti anche a Tanta e Giza. Si sentono distintamente colpi di armi automatiche dalla diretta delle tv panarabe.

Manifestanti islamici stanno marciando a Hurgada, località turistica sul Mar Rosso frequentata da turisti stranieri fra cui non pochi italiani, inneggiando al presidente deposto Mohamed Morsi e denunciando il massacro di Rabaa e Nahda, al Cairo. Polizia e militari hanno elevato lo stato di allerta e rafforzato la sicurezza nei pressi dei resort.

Sei manifestanti islamici uccisi – Almeno 4 manifestanti islamici pro-Morsi sono stati uccisi dalla polizia a Ismailiya, a nordest del Cairo. Mentre un altro morto si registra negli scontri in atto a Tanta e un sesto a Mansoura, hanno riferito i testimoni.

Altri 8 egiziani uccisi nella città di Damietta, nell’ambito degli scontri con le forze di sicurezza. Lo riferiscono fonti mediche. Il totale salirebbe così ad almeno 14 persone uccise.

Farnesina, rischio disagi anche in località turistiche – La Farnesina ha sconsigliato «i viaggi in Egitto con destinazioni diverse dai resort situati nelle località turistiche del Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) ed in quelle della costa nord (Marsa Mathrou, El Alamein), dove al momento non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese». In un avviso aggiornato ad oggi sul sito www.viaggiaresicuri.it, il ministero degli Esteri ha suggerito «fortemente di evitare escursioni fuori dalle istallazioni turistiche ed in particolare nelle città».

Lo stato di emergenza ed il coprifuoco – si legge ancora nella nota della Farnesina – potrebbero comunque creare disagi anche nelle suddette località turistiche e «a causa della presenza di un quadro di sicurezza altamente precario in Nord Sinai, si sconsigliano viaggi e spostamenti in tale regione». «La situazione generale di sicurezza rimane pertanto estremamente fluida. Gli odierni incidenti stanno incidendo negativamente sulle condizioni di sicurezza sia della capitale sia delle principali città del Paese. Si invita pertanto a continuare a seguire attentamente gli sviluppi della situazione e di evitare o di limitare al massimo gli spostamenti nelle aree interessate, mantenendosi tassativamente a distanza da ogni tipo di assembramento».

Letta: massima attenzione all’Egitto – Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta,sta seguendo con la «massima attenzione e vivissima preoccupazione» gli sviluppi della situazione in Egitto e si tiene in stretto contatto con il ministro Emma Bonino.

Il bilancio delle vittime di questa mattina – L’Egitto conta i morti della repressione scatenata dai militari in un nuovo “Giorno della rabbia” per gli egiziani e in un bilancio di vittime che non fa altro che crescere, l’ultimo ne conta 623. Secondo i Fratelli Musulmani, invece, i morti sarebbero più di 4000. Sono proprio i membri della fratellanza ad aver scelto per questo venerdì lo stesso nome dato a quel 28 novembre 2011 in cui la “rabbia” di piazza Tahrir travolse Hosni Mubarak e la sua cerchia.

Oggi l’esercito egiziano ha consolidato la propria presenza nel centro del Cairo in vista delle manifestazioni. I militari hanno rafforzato le posizioni soprattutto nell’area di piazza Tahrir e pressi i ponti sul Nilo. Le vie che conducono alla piazza epicentro della protesta di due anni fa sono state chiuse e occupate dai blindati delle forze armate.

Piazza Rabaa, centro della protesta , oggi è diversa ma, nonostante la devastazione che l’ha colpita, resta il punto di riferimento simbolico di un movimento che la mano durissima dei militari non riesce a far sparire dalla scena politica. La politica stessa sembra avere pochissimi margini per esercitare una mediazione tra le parti, dopo il sangue degli ultimi due giorni. E, nonostante gli appelli delle cancellerie occidentali, il generale Abdulfattah Al-Sisi, capo delle Forze armate e regista della destituzione dalla presidenza della Repubblica di Mohamed Morsi, non vuole recedere da un confronto di natura militare con coloro che vengono definiti “terroristi”.

L’Onu invita alla moderazione – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, riunitosi nella notte su richiesta del premier turco, Recep Tayyp Erdogan, ha invitato le parti a mostrare moderazione ma coloro in grado di esercitare una maggiore pressione sul Cairo, in realtà non vanno oltre le dichiarazioni di condanna.
Obama contro la violenza in Egitto – «Deploriamo la violenza contro i civili, sosteniamo i diritti universali e basilari alla dignita’ umana, incluso il diritto a una protesta pacifica», ha detto ieri Barack Obama, interrompendo brevemente le proprie vacanze estive.

Il presidente americano ha annunciato che gli Stati Uniti hanno annullato le esercitazioni militari congiunte con l’Egitto previste per il prossimo mese e che Washington potrebbe troncare la cooperazione militare ma in realtà è stato Chuck Hagel, il capo del Pentagono, a rassicurare al telefono Al-Sisi che per adesso tale collaborazione è confermata, così come resta intatto, per il momento, l’aiuto finanziario di circa 1,5 miliardi di dollari che ogni anno Washington eroga al Cairo, e destinato in gran parte al settore militare egiziano.

Guerra civile in Egitto, la diretta

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