Alcuni scontri tra musulmani e cristiani sono scoppiati nel governatorato di Beni Suef, un centinaio di chilometri a sud del Cairo: nel villaggio di El-Dyabeya il bilancio è di almeno 15 feriti.
Sono state appiccate le fiamme alla porta di una chiesa e a 17 case. Gli scontri, andati avanti per un paio d’ore, sono stati sedati dall’intervento della polizia.
All’origine dello scontro vi è stato un litigio fra un esponente del partito islamista al Gamaa al Islamiya e un copto che voleva costruire un dosso artificiale sulla strada davanti alla sua abitazione. Altri esponenti del gruppo islamista sono intervenuti nella lite e hanno attaccato i copti del villaggio. Gli scontri sono terminati con l’intervento delle forze di sicurezza.
Le violenze sono avvenute mentre sale la tensione in tutto l’Egitto nell’ultima giornata di Eid al Fitr, la festa che segna la conclusione del sacro mese del Ramdan. Conclusa la tregua di fatto per la festivita’ religiosa, i militari potrebbero cercare ora di sgomberare le due piazze al Cairo presidiate dai sostenitori del deposto presidente islamista Mohammed Morsi.
Diversi militanti islamici sono stati uccisi nel corso di raid aerei dell’esercito egiziano
sulla penisola del Sinai. Lo hanno riferito i militari, aggiungendo che i bombardamenti hanno distrutto un deposito di armi. I raid della scorsa notte contro “un gruppo terroristico” responsabile delle uccisioni di poliziotti e militari nel nord del Sinai ha causato “25 tra morti e feriti”, ha detto il portavoce dell’esercito, colonnello Ahmed Aly.
Un deposito di armi e munizioni “usate dai terroristi per compiere attacchi contro le forze armate, la polizia e contro cittadini innocenti” è stato distrutto, ha aggiunto l’ufficiale. In precedenza una fonte militare aveva annunciato l’uccisione di 15 militanti in un bombardamento effettuato da elicotteri dell’esercito sul villaggio di Touma, vicino Sheikh Zuwayed. Testimoni a Touma hanno confermato solo due morti.
Il governo egiziano sostiene l’azione dei militari nella guerra al terrorismo in Sinai: lo ha dichiarato il premier del governo provvisorio, Hazem El Beblawi, in un comunicato del portavoce – citato dalla stampa locale. Ieri nel corso di due raid con elicotteri sono stati uccisi almeno sei miliziani, 15 secondo altre fonti. Il governo, ha detto oggi Beblawi, “apprezza il sostegno della popolazione della regione all’azione dei soldati”.
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