Egitto caos: ultimatum dell'esercito
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Egitto caos: ultimatum dell'esercito

Le forze armate non stanno preparando un golpe. Resta l'ultimatum a Morsi. Dimissioni di 5 ministri: siamo con i manifestanti.

Egitto caos: ultimatum dell'esercito
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1 Luglio 2013 - 16.55


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Le forze armate egiziane, che oggi hanno posto un ultimatum di fatto al presidente Mohammed Morsi di 48 ore, hanno respinto l’accusa avanzata dai Fratelli Musulmani che stiano preparando un colpo di Stato militare. I militari hanno chiarito che le dichiarazioni del ministro delle Difesa e capo delle forze armate, il generale Abdel Fattah al-Sisi, punta solo ad ottenere un’intesa tra le diverse forze politiche affinché rispondano alle richieste del popolo. L’esercito sta solo rispondendo solo “al palpitare delle strade egiziane”.

Le forze armate hanno infatti dato 48 ore a tutte le forze politiche per rispondere alla richieste del popolo, in caso contrario, hanno detto, saranno obbligate a presentare una road map la cui applicazione sarà controllata “direttamente”.

Dimissioni di 5 ministri – I ministri del Turismo, dei rapporti col Parlamento, delle telecomunicazioni, dell’ambiente e delle risorse idriche hanno presentato una lettera di dimissioni insieme spiegando di volersi unire i manifestanti e di essere contrari alla politica del governo, hanno riferito fonti del governo egiziano.

L’opposizione ha lanciato un ultimatum al presidente egiziano Mohamed Morsi: deve lasciare il potere entro domani, alle 17, altrimenti sarà “disobbedienza civile”, si legge in un comunicato dei Tamarod (ribelli).

“Diamo a Mohamed Morsi fino alle 17 di martedì 2 luglio per lasciare il potere e permettere alle istituzioni statali di preparare le elezioni presidenziali anticipate, martedì alle 17 sarà l’inizio di una campagna di disobbedienza civile”.

Il bilancio delle vittime – È di 15 morti il bilancio degli scontri fra pro e anti Morsi da ieri in Egitto. Lo riferisce il ministero della sanità. Le vittime dell’assalto alla sede della Fratellanza al Cairo sono 8. Le altre si sono registrate ad Assiut, Kafr el Sheikh, Alessandria, Beni Suef e Fayum.

Il fratello musulmano trattenuto all’interno della sede della Fratellanza preso d’assalto al Cairo è stato liberato grazie all’intervento di alcuni abitanti della zona. È stato ricoverato in condizioni critiche, riferiscono fonti della sicurezza, secondo le quali l’uomo è stato pugnalato mentre l’edificio veniva evacuato.

“Tutti respingiamo il comunicato dell’esercito”, ha affermato un membro dei Fratelli Musulmani, Yasser Hamza, del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico della Fratellanza, ad Al Jaazira, riferendosi all’ultimatum dei militari.

Secondo altre fonti invece, la Fratellanza sta ancora studiando il comunicato dell’esercito. La situazione sembra ricalcare i momento che precedettero a febbraio del 2011 la caduta di Hosni Mubarak in cui le forze armate, guidate allora dal maresciallo Hussein Tantawi, abbandonarono il rais.

Obama, molto preoccupato– Il presidente americano Barack Obama, in visita in Tanzania, si è oggi detto molto preoccupato per quanto sta accadendo in Egitto, e ha affermato che gli Stati Uniti seguono da vicino la situazione.

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