I procuratori del governo degli Stati Uniti devono dimostrare che Bradley Manning abbia volontariamente aiutato al Qaeda fornendo a Wikileaks i documenti che poi sono stati diffusi in tutto il mondo per essere condannato per “aiuto al nemico”. È quanto ha stabilito il giudice Denise Lind al termine di un’udienza preliminare del processo contro l’ex militare accusato di aver rubato dai computer militari i file segreti del Pentagono che poi il sito di Julian Assange ha pubblicato.
Il 25enne ha ammesso lo scorso febbraio di aver fornito ad Assange i documenti, ma ha negato di ammettere la colpa più grave, appunto quella di “assistenza al nemico”, per la quale potrebbe essere condannato all’ergastolo. La pubblica accusa ha comunque incassato invece un punto importante, quando il giudice Lind ha accettato che nella lista dei testimoni fosse inserito uno dei Navy Seal che ha partecipato al blitz nel covo di Abbottabad in cui e’ stato ucciso Osama Bin Laden.
Durante la testimonianza, che verrà fornita in modo anonimo dal militare, verrà infatti detto che i documenti forniti a Wikileaks da Manning furono trovati nel covo del leader di al Qaeda.