I due marò non torneranno in India alla scadenza del permesso che era stato loro concesso per ritornare in Italia a votare. È quanto l’ambasciatore italiano a Nuova Delhi Daniele Mancini ha comunitato alle autorità indiane, secondo quanto rende noto la Farnesina in un comunicato.
La decisione, si aggiunge nel comunicato, è stata assunta d’intesa con i ministeri della Difesa
e della Giustizia e in coordinamento con la presidenza del Consiglio dei ministri.
Latorre e Girone erano rientrati in Italia il 23 febbraio scorso per poter votare alle elezioni. Come era accaduto al termine della prima «licenzia» che l’India aveva concesso ai fucilieri (due settimane a Natale), i marò sarebbero dovuti tornare in India dove sono sotto accusa per la morte di due pescatori avvenuta il 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala. Ma il ministero degli Esteri ha deciso diversamente. «L’Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull’India in virtù del diritto consuetudinario e pattizio – spiega la Farnesina in una nota – in particolare il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982».
«Abbiamo appreso la notizia dalle agenzie di stampa e dai mille messaggi di calore ricevuti. Non avevamo dubbi, anzi avevamo prove dirette dell’impegno che lo Stato ha profuso in questi mesi nei nostri confronti». I due fucilieri di Marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone reagiscono così alla notizia di non dover più tornare in India alla scadenza del permesso. I due marò si dicono «felici soprattutto perché possiamo così tornare al reparto. Siamo fucilieri di Marina. Vogliamo tornare a fare il nostro mestiere», concludono.
Nella nota del ministero si legge: «L’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso».
Secondo il ministero degli Esteri «l’Italia ha sempre ritenuto che la condotta delle Autorità
indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull’India in virtù del diritto consuetudinario e pattizio, in particolare il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982».
«All’indomani della sentenza del 18 gennaio 2013 della Corte Suprema indiana – prosegue la nota – l’Italia ha proposto formalmente al Governo di New Delhi l’avvio di un dialogo bilaterale per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso, come suggerito dalla stessa Corte, là dove richiamava l’ipotesi
di una cooperazione tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la citata Convenzione Unclos. Alla luce della mancata risposta dell’India alla richiesta italiana di attivare tali forme di cooperazione, il Governo italiano ritiene che sussista una controversia con l’India avente ad oggetto le regole contenute nella predetta Convenzione e i principi generali di diritto internazionale applicabili alla vicenda».
«Per questi motivi l’Italia ha ribadito formalmente al Governo indiano, con la nota verbale consegnata oggi dall’Ambasciatore Mancini, la propria disponibilità di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia, anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria, chiedendo all’India di attivare le consultazioni previste dalla Convenzione Unclos. Con l’occasione, l’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia
internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso».