Tornano a colpire gli estremisti israeliani del “price tag”. Nella notte di martedì sono stati presi di mira due luoghi religiosi a Gerusalemme, il Monastero della Croce e il cimitero armeno. Anche tre auto parcheggiate sono state danneggiate.
Secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Ma’an News, sulle mura esterne del monastero greco-ortodosso sono state ritrovate scritte recanti pesanti offese a Gesù Cristo. “E’ la settima volta che succede” ha raccontato l’abate Claudio all’agenzia France Press.
Forte la condanna di Netanyahu. Il primo ministro israeliano ha espresso “disgusto per gli attacchi”, si legge in un comunicato diffuso dal suo ufficio. “In Israele deve essere conservata la libertà di culto per tutte le religioni. Verranno prese azioni legali contro chi ha commesso questi atti immorali”.
Tuttavia nella maggior parte dei casi i colpevoli non sono stati puniti e son rimasti in libertà.
Gli attacchi Price Tag non sono infatti un fenomeno nuovo per i palestinesi di Gerusalemme. Ad ottobre scritte anti-cristiane erano state trovate sul cancello del monastero di San Francesco, vicino alla città vecchia. E ai primi di settembre alcuni estremisti israeliani avevano dato fuoco alla porta d’ingresso di un monastero nella città santa.
Vanno sotto il nome di “Price Tag” le azioni di rappresaglia che gli estremisti israeliani attuano contro palestinesi musulmani e cristiani. Inizialmente attuati in risposta ad iniziative interpretate come contrarie al progetto di colonizzazione dei Territori palestinesi sotto occupazione militare, ora questi attacchi sono diventati sempre più scollegati a particolari azioni prese dal governo. Gli attacchi comprendono il vandalismo o la distruzione di proprietà palestinesi ed incendi a moschee, automobili ed alberi di olivo.
