La Palestina entra nell'Onu, svolta storica
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La Palestina entra nell'Onu, svolta storica

L'Assemblea Generale dice sì all'ingresso come Stato osservatore: 138 a favore e 9 contrari. Anche l'Italia vota sì, irritazione di Israele. Usa: decisione controproducente.

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30 Novembre 2012 - 09.55


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La Palestina è da ieri sera uno Stato osservatore delle Nazioni Unite. L’Assemblea Generale dell’Onu ha votato sulla risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. A votare sì sono stati 138 Paesi su 193. Nove i Paesi contrari, 41 gli astenuti.

Per gli Stati Uniti si tratta di «una risoluzione controproducente» ai fini del raggiungimento dell’obiettivo di «due Stati per due popoli». Lo ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, motivando il no degli Stati Uniti alla risoluzione che riconosce la Palestina come Stato osservatore delle Nazioni Unite.

«La Palestina viene all’Assemblea Generale oggi perché crede nella pace e la sua gente ne ha un disperato bisogno. Dateci il certificato di nascita», aveva detto Abu Mazen convinto di «rilanciare il processo di pace» anche se con paletti ben piantati. «E’ arrivato – ha detto il leader palestinese – il momento di dire basta all’occupazione e ai coloni, perché a Gerusalemme Est l’occupazione ricorda il sistema dell’apartheid ed è contro la legge internazionale». E ha ribadito che i palestinesi «non accetteranno niente di meno dell’indipendenza sui territori occupati nel 1967 con Gerusalemme Est».

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L’Italia, a qualche ora dal voto, aveva sciolto le riserve e «ha deciso di dare il proprio sostegno alla Risoluzione» come comunica una nota di palazzo Chigi. L’ambasciatore di Israele in Italia ha espresso «una delusione molto grande» per la decisione del governo italiano. «Quando si è molto vicini a qualcuno, quando lo si considera un grande amico, la delusione è più forte», ha spiegato l’ambasciatore, Naor Gilon. Di sentimenti opposti il ministro degli Esteri dell’Anp, Riad Maliki: «Siamo molto contenti per la posizione dell’Italia, chiamerò il ministro Giulio Terzi per ringraziare il governo italiano», sottolinea Maliki. Il capo della diplomazia del governo dell’Anp ribadisce quindi come la recente riunione a Roma del Comitato ministeriale congiunto italo-palestinese «sia stata un’occasione per spiegare le ragioni che ci hanno spinto per andare all’Onu».



  LA QUESTIONE PALESTINESE


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