L'Onu denuncia l'ondata di esecuzioni in Iraq e Gambia

In Iraq, 26 persone sono state giustiziate da inizio agosto. Circa una settimana fa nove esecuzioni in Gambia.

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redazione Modifica articolo

31 Agosto 2012 - 15.46


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L’Iraq uccide ancora. Dall’inizio dell’anno, circa 100
condannati a morte sono stati giustiziati, secondo quanto ha affermato
oggi a Ginevra l’Alto commissariato Onu per i diritti umani,
esprimendo preoccupazione per l’improvvisa ondata di esecuzioni
recentemente osservata non solo in Iraq, ma anche in Gambia e in
Sud Sudan.

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Esecuzioni anche in Gambia: circa una settimana fa – ha detto a Ginevra il portavoce
Rupert Colville – nove prigionieri sono stati giustiziati subito dopo un pubblico annuncio del presidente Jammeh
che tutte le persone nel braccio della morte sarebbero state
giustiziate entro metà settembre.

”Si tratta di una regressione enorme”, ha commentato
Colville ricordando come il Gambia aveva mantenuto una
moratoria sulla pena di morte dal 1985. In Iraq, 26 persone
sono state giustiziate da inizio agosto, di cui 21 lunedì
scorso. Il totale dall’inizio dell’anno è così salito a circa
100. Nel Sud Sudan, infine, due persone sono state impiccate
martedì nella prigione centrale a Juba.

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Per l’Alto commissariato per i diritti umani si tratta di un
numero ”scioccante”, in particolare se si pensa alla mancanza
di trasparenza nei procedimenti giudiziari, alle preoccupazioni
sulla correttezza dei processi e alla vasta gamma di reati per i
quali la pena di morte può essere decisa. Attualmente più di
150 Stati hanno abolito la pena di morte o introdotto una
moratoria. Nel 2011, esecuzioni erano state segnalate in 20
Paesi.

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