Trentatre morti, tra cui 6 bambini. Ormai, i numeri della battaglia quotidiana in corso in Siria non fanno impressione. Fa impressione il totale dei morti della guerra, bilancio di una rivolta al potere assoluto di Assad che si espande. Dopo Damasco, Aleppo. Fanno impressione le notizie dei rastrellamenti, e le immagini delle unità speciali che passano al setaccio i quartieri “da ripulire”. Le forze rimaste fedeli ad Assad stanno martellando Damasco, assediata dall’artiglieria”.
Altri morti – sette, secondo l’opposizione al regime – si sono registrati ad Aleppo, appunto, dove le forze di sicurezza di Assad hanno represso nel sangue una rivolta nel carcere della città. E le immagini, impressionanti, stanno facendo il giro del mondo. Anche aerei da guerra del regime stanno bombardando per la prima volta Aleppo, città dove negli ultimi giorni si è concentrata la repressione. Dei bombardamenti aerei ha parlato uno degli inviati della Bbc. Il bollettino di guerra dice anche che a Damasco le forze lealiste hanno attaccato i quartieri meridionali di Qadam and Assali.
Qui, secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, “sono in corso rastrellamenti”. Al fianco di Assad, l’Iran: il generale iraniano Masoud Jazayeri, uno dei comandanti delle Guardie rivoluzionarie, ha, infatti, avvertito le nazioni arabe di non intervenire in Siria, minacciandole di rappresaglie. Nell’incerto andamento della guerra in corso in Siria, la preoccupazione è per le armi chimiche. Ieri, indirettamente, per la prima volta il regime di Damasco ha ammesso di averle, minacciando di usarle nel caso di attacchi esterni.
Le forze del presidente siriano Bashar al-Assad al momento hanno ancora il pieno controllo del loro arsenale di armi chimiche. Alla preoccupazione degli Stati Uniti sembra rispondere il capo di Stato maggiore israeliano, Benny Gantz. “Il sistema – assicura – è sotto controllo”, ha detto Ma Gantz avverte: ”La situazione potrebbe cambiare”. Gantz non ha mancato di mettere in guardia dai rischi di un’operazione militare israeliana per distruggere le armi. “Un bombardamento aereo “chirurgico”, ha ammesso, rischia di non colpire il bersaglio giusto, mentre un’operazione più ampia rischia di trascinare “velocemente” Israele in “una campagna militare più grande del previsto”.
Nel frattempo, Assad – dopo aver curato di blindare i miliardi chiusi in cassaforte, all’estero – pone rimedio alle defezioni e alle debolezze della struttura militare. Oggi ha nominato cinque funzionari ai vertici della sicurezza, in un rimpasto della cerchia più ristretta al governo. Rimpasto in gran segreto, e reso noto da un ufficiale che ha voluto restare nell’anonimato. Tra gli altri, nominato il capo della sicurezza nazionale, dopo la morte del predecessore, vittima,la settimana scorsa dell’attentato di Damasco, contro il quartier generale. Questo, nel palazzo. Fuori si spara e si muore.
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